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Un autostop. Ed è il secondo. Il primo era accaduto quando Albino Luciani guidava la Chiesa vittoriese. Questa volta, da poco nominato patriarca di Venezia, egli fa salire sulla propria auto due giovani. Il patriarca è vestito di nero, in semplice talare, privo delle insegne episcopali, e avvia una conversazione con i ragazzi. Gli autostoppisti, ormai prossimi alla destinazione, sono contenti di aver dialogato con un sacerdote così aperto, sperano che possa essere lui il successore del card. Urbani sulla cattedra di San Marco e glielo dicono. In realtà, hanno ricevuto un passaggio dal nuovo patriarca…
Quello appena narrato è uno degli episodi raccolti dal giornalista della Rai Antonio Preziosi in questa biografia di papa Luciani, con prefazione del Segretario di Stato, card. Pietro Parolin. L’autore, con originalità e un taglio giornalistico, si serve principalmente di testimonianze che delineano la figura di Albino Luciani: esse sono, in un certo senso, pietre vive che offrono al lettore elementi caratterizzanti il Papa bellunese, consentendo anche a chi decide di avvicinarsi per la prima volta a questa storia di riceverne un’immagine nitida.
Albino Luciani è stato un pontefice per brevissimo tempo. Nella storia bimillenaria della Chiesa si ricordano Successori di Pietro il cui pontificato non ha superato neppure il mese di governo: ad esempio, Marcello II e Urbano VII, i cui pontificati durarono rispettivamente 22 e 12 giorni. Sono tempi che lasciano immaginare un pontificato in cui non si è potuto far nulla, se non impostare a mala pena le linee-guida del pontificato stesso. In realtà – e le cronache lo riferiscono –, tempi brevissimi hanno lasciato tracce inequivocabilmente forti. Per esempio, Marcello II, desideroso di sanare i rapporti tra Spagna e Francia, inviò alcune lettere importanti ai sovrani di quei Paesi; d’altra parte, Urbano VII, molto attento alla tradizione, si dimostrò fedele esecutore dei decreti del Concilio di Trento.
Albino Luciani si rivela non solo immediato agli occhi del mondo, ma anche consapevole di inserirsi in un’epoca nuova, quella della secolarizzazione e del post-Concilio. Il suo stile si realizza con spontaneità e delicatezza, e nella continuità con i Pontefici precedenti.
Quello che si evince analizzando la sua produzione scritta è un voler dialogare e fare squadra. Il settembre di papa Luciani sul soglio pontificio è stato una «ventata di umiltà evangelica», che non passa inosservata, né può essere dimenticata. Non è retorica quando l’autore parla di «enciclica dei gesti», riferendosi alle parole e all’immediatezza di Giovanni Paolo I. Le udienze del mercoledì e gli Angelus domenicali lo attestano. Sono le prediche di un curato di campagna, ma con la profondità dei santi: per esempio, quando proclama che Dio, oltre che padre, è madre.
Le tessere del mosaico composto da Preziosi, fugando ogni sospetto relativo alla morte repentina dell’ultimo Papa italiano, permettono di affermare che il suo ministero è stato l’insostituibile anello di congiunzione con la figura del suo successore, il quale decise di assumere anche lui il nome «Giovanni Paolo». Wojtyła, infatti, ebbe a dire che «la missione e l’apostolato» di Albino Luciani si sono rivelati una «presenza che la morte non ha potuto troncare»; la sua stessa morte «ha dato anzi un impulso e una continuità che non tramonteranno mai».
ANTONIO PREZIOSI
Indimenticabile. I 33 giorni di papa Luciani
Roma-Siena, Rai Libri-Cantagalli, 2019, 160, € 16,00.