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Il verde e il blu è il nuovo libro di Luciano Floridi, professore di Filosofia all’Università di Oxford e uno dei pensatori più influenti nell’ambito del digitale. Il sottotitolo del libro può sorprendere: Idee ingenue per migliorare la politica. Le idee proposte nel volume sono, infatti, ingenue, ma in un senso per nulla peggiorativo. Per migliorare la politica, spiega l’autore, ci vuole una dose di ingenuità, per evitare la raffinata scaltrezza dei politicanti cinici. In altre parole, la buona politica è uno di quei luoghi dove, per poter entrare, bisogna tornare bambini.
L’ingenuità può giovare anche perché, proprio come dei bambini, stiamo entrando in un mondo nuovo: un mondo dove il verde (l’ecologia) recede a vista d’occhio, e il blu (la tecnologia) dilaga inibito. Pensare a come affrontare sfide e opportunità future vuol dire esplorare una terra ignota, dove c’è bisogno di una certa dose d’ingenuità per potersi porre le domande più essenziali.
La premessa del libro è che la rivoluzione digitale ha comportato un cambiamento radicale nel modo in cui interpretiamo il mondo. Questa rivoluzione è spiegata come uno sviluppo in «Ur-filosofia», ossia nel nostro atteggiamento filosofico fondamentale di fronte alla realtà. Nella genealogia presentata da Floridi, la cultura occidentale è caratterizzata da una «Ur-filosofia» aristotelico-newtoniana, una filosofia centrata sulle «cose», sulle sostanze individuali. Questo atteggiamento ha profondamente segnato la nostra politica, tanto che noi parliamo spesso di «individui», ma raramente delle «relazioni» che connettono gli individui tra di loro.
Secondo l’autore, la rivoluzione digitale comporta una revisione della nostra concezione filosofica: da una filosofia «cosale» a una propriamente «relazionale», dove è la rete di relazioni tra diversi nodi che viene posta al centro. Nell’ambito politico, questa nuova concezione segna un passaggio da una res publica a una ratio publica.
Il progetto dell’autore consiste nell’immaginare «una politica buona». Buona in doppio senso: nel senso di una politica funzionante e sostenibile, ma anche in quello di una politica moralmente buona, dove l’etica ha la precedenza rispetto all’ideologia di parte. Ogni società, secondo l’analisi di Floridi, si raccoglie attorno a un «progetto umano», e un progetto umano buono non è riducibile alla somma dei progetti individuali, ma dovrebbe offrire a essi la possibilità di una piena realizzazione. Anche in una società di angeli, sebbene moralmente impeccabili, c’è bisogno di una legislazione per coordinare i loro sforzi. Una comunità politica «non è l’equivalente alle pagine gialle, un mero aggregato di “io, tu, Renzo, Lucia”», scrive Floridi.
La coordinazione del progetto umano giusto però non è affatto semplice. Il resto del libro offre una mappa di soluzioni «ingenue» per affrontare i numerosi problemi che una società dell’informazione ci presenta: la privacy e i diritti umani, il reddito di cittadinanza e la simbiosi ideale tra «il verde e il blu». La visione sviluppata nel corso del libro viene infine sintetizzata in un vero e proprio manifesto in 100 punti.
LUCIANO FLORIDI
Il verde e il blu. Idee ingenue per migliorare la politica
Milano, Raffaello Cortina, 2020, 278, € 16,00.