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Questo libro, che presenta il corso di Esercizi spirituali predicato dall’autore alla Curia romana è un «distillato» di teologia e spiritualità biblica. P. Pietro Bovati, gesuita, professore emerito del Pontificio Istituto Biblico e Segretario della Pontificia Commissione Biblica, è maestro di molti biblisti, dotato di una rara comprensione del testo biblico e della sua attualizzazione, insieme a una vasta e solida cultura, a una grande sensibilità umana e a una profonda e raffinata spiritualità. Le dieci meditazioni raccolte in questo libro non sono solamente un percorso di preghiera, ma offrono un’introduzione alla Sacra Scrittura (cfr, per esempio, pp. 121 s), e sono una presentazione chiara e profonda di importanti temi biblici.
La vocazione personale di ciascuno si definisce e si capisce, dalla nascita, per il soccorso e l’intervento amorevole di mediatori: genitori, fratelli, sorelle, amici, educatori ecc. «Tante figure sono intervenute nella nostra storia personale in qualità di mediatori di Dio. Il farne memoria apre alla lode e suscita il desiderio dell’imitazione» (p. 34). I racconti della nascita di Mosè (Es 2,1-10) e di Gesù (Mt 1,18-25), e il ruolo della figlia del faraone e di san Giuseppe sono proposti per aiutare chi fa gli Esercizi a riconoscere l’immagine del Creatore nella vocazione della creatura, e la vocazione di ciascuno nella rivelazione della presenza salvifica del Signore.
La chiamata di Mosè a guidare come un gregge nel deserto il popolo del Signore, in Es 3,1-12, si configura come una trasformazione del suo mestiere di pastore. Il roveto che arde, in questo testo biblico, può essere inteso come una rappresentazione simbolica del profeta, paragonato alla miseria e all’inutilità di un rovo, che è investito dalla presenza del Signore, dal fuoco del suo Spirito, che non distrugge, ma vivifica per una missione apportatrice di libertà e di vita.
L’itinerario degli Esercizi spirituali segue gli eventi salienti del cammino di Mosè nel libro dell’Esodo, proponendo in parallelo il cammino di Gesù, che Matteo nel suo Vangelo presenta sulla filigrana del personaggio biblico. A ogni meditazione un Salmo aiuta «a tradurre in orazione l’ascolto della voce di Dio». L’esercitante che lascia i luoghi delle sue occupazioni ordinarie per ritirarsi in preghiera fa un’esperienza profetica paragonabile a quella di Mosè, il quale nel testo biblico di Es 33,7-11, proposto per la prima meditazione, si recava nella tenda del convegno, fuori dall’accampamento, per ascoltare la voce del Signore, che gli parlava come un amico parla all’amico.
Così l’esercitante si mette in ascolto della voce del Signore, che parla «faccia a faccia» nelle Sacre Scritture, in una familiarità «nella quale è dato all’uomo di vedere e gustare il disegno amoroso di Dio, il suo volere benefico da attuare concretamente, prontamente e generosamente» (pp. 14 s). Dall’esperienza del fuoco che si fa con tale familiarità nasce la riforma della vita che gli Esercizi vogliono promuovere. Si tratta del fuoco dello Spirito, cioè della presenza vivificante di Dio, che «brucia» il cuore degli esercitanti come il fuoco bruciava il roveto (Es 3,2).
A conclusione degli Esercizi p. Bovati propone il testo di Es 33,7-17 come una «ripetizione» del tema della meditazione iniziale, in cui Mosè, il servo del Signore, è un modello di ascolto e testimonianza – di profezia – della parola di Dio. La «ripetizione» negli Esercizi spirituali – come nella Sacra Scrittura e nella liturgia – ha lo scopo «di accogliere quanto prima non era stato adeguatamente recepito per una qualche resistenza del cuore» (p. 213), e di favorire l’assimilazione di maggiore luce: un coinvolgimento più grande della memoria, dell’intelligenza, della volontà, dell’immaginazione e di tutta la persona. Mosè è proprio così, interamente coinvolto nell’ascolto della parola di Dio: arde completamente per il fuoco, come il roveto. Con l’invio degli Undici dopo la risurrezione del Signore (Mt 28,16-20), l’autore lascia agli esercitanti questa «icona» di Mosè da portare e contemplare nella vita quotidiana, nei vari impegni ordinari di servizio al Signore, al suo popolo e a tutte le donne e gli uomini di buona volontà.
Questi Esercizi spirituali furono predicati prima della diffusione della pandemia di Covid-19 in Italia. Il Santo Padre, per un’indisposizione, seguì la predicazione «a distanza», dalla Casa Santa Marta. Egli ottenne la grazia che p. Bovati suggerì per gli esercitanti: «essere invasi dal fuoco divino», come Isaia (cfr Is 6,6-8) e come Geremia (cfr Ger 20,9), per essere abilitati alla missione profetica (cfr pp. 15 s). Francesco, infatti, fu animato dal fuoco dello Spirito, che lo rese riferimento profetico, pressoché unico, con gesti e con parole, in momenti di smarrimento, di sconforto e di lutto.
Questo corso di Esercizi è molto attuale per tutti nel tempo in cui viviamo, e nel nostro mondo, il quale «sta assumendo condizioni urgenti e drammatiche di bisogno spirituale, che richiedono forze profetiche di guarigione che solo Dio può dispensare» (p. 16).
PIETRO BOVATI
Il roveto ardeva per il fuoco. Esercizi Spirituali alla Curia Romana
Città del Vaticano, Libr. Ed. Vaticana, 2020, 238, € 13,00.