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Il libro offre una riflessione accurata su uno dei punti più delicati e controversi della teologia di tutti i tempi, ritornato di attualità per le necessità emerse dalla nuova evangelizzazione. Michael Seewald, docente di teologia dogmatica all’Università di Münster, sviluppa un percorso in tre momenti successivi: prima illustra il significato dei concetti di dogma e di sviluppo (cap. 2); poi ripercorre l’intera storia della teologia cercando i contributi più significativi sulla problematica (capp. 3-7); infine presenta una sistemazione in 11 modelli teorici di sviluppo dei dogmi (cap. 8). L’ultima parte è quella più interessante, perché offre un buon contributo, fondato storicamente e dottrinalmente, al discernimento ecclesiale tra il custodire la rivelazione ricevuta e il presentarla in maniera adeguata alle nuove generazioni.
Per definire i concetti di dogma e di sviluppo l’autore parte dal fatto che il cristianesimo nasce da una rivelazione collocata in uno spazio e un tempo definiti, ma che ha un valore universale e permanente per la salvezza dell’umanità. Pertanto, egli ritiene che il compito primario della Chiesa, sotto l’azione dello Spirito di Dio, sia quello di «proteggere il Vangelo dalla musealizzazione e annunciarlo continuamente in termini attuali come lieta notizia» (p. 10). In questa prospettiva, il «dogma», inteso come dottrina di fede espressa in forma proposizionale e in modo vincolante per il credente, appare come un mezzo necessario per il raggiungimento del fine, che è l’esposizione del Vangelo in forma comprensibile per il destinatario.
Oltre che alla forma del dogma, l’autore presta attenzione anche al contenuto, in quanto la realtà della storia e la diversità delle culture hanno fatto emergere il problema dello sviluppo della dottrina e della sua continuità. Secondo lui, «se una dottrina di fede si sviluppa, si produce in essa un’innovazione che appare esternamente come una discontinuità, ma che avanza la pretesa di garantire la continuità in una misura maggiore» (p. 43).
Il concetto di «sviluppo» ha avuto culturalmente diversi significati. L’autore mette in luce come in teologia ogni sviluppo dottrinale trovi il suo criterio di giudizio nella parola di Dio, custodita e interpretata dalla Scrittura, dalla Tradizione e dal Magistero. Infatti, la seconda parte del libro è dedicata all’analisi del discernimento di continuità e sviluppo della dottrina nelle diverse epoche storiche, a partire dall’insegnamento di Gesù sul Paraclito, il quale ricorda ogni cosa e conduce alla verità intera (cfr Gv 14,26; 16,13), e dell’insegnamento di Paolo a Timoteo sulla custodia del deposito ricevuto (cfr 1 Tm 6,20).
Tra i diversi autori che vengono presentati, troviamo, ad esempio, in ambito antico, Vincenzo di Lérins, con i criteri del «dovunque, sempre e da tutti», che ebbero notevole influsso nella storia della teologia; Agostino di Ippona, con la distinzione tra «segni e cose», in cui le parole e i segni possono cambiare, ma la fede deve rimanere sempre la stessa; e Tommaso d’Aquino, con la distinzione tra «sostanza e spiegazione» della fede e il dispiegamento di ciò che è implicito. Per l’epoca moderna, viene ricordata la scuola di Tubinga, con i contributi di J. S. Drey e J. A. Möhler, in cui la Chiesa appare come una realtà vitale che deve essere sempre custodita; la figura di J. H. Newman, per il quale la vita umana è un continuo mutamento; e la Nuova filosofia scolastica, con la distinzione di J. B. Franzelin tra «oggetto e forma» delle verità rivelate. Per l’epoca contemporanea, vengono presentati i contributi di K. Rahner, J. Ratzinger e W. Kasper, fino all’ampliamento del concetto di dogma nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) del 1992, in cui si parla di verità «necessariamente collegate» (CCC 88) alle verità della rivelazione.
Il lungo e accurato percorso storico ha permesso all’autore di sistemare i diversi contributi trovati in 11 modelli di sviluppo dei dogmi: modelli che organizzano contesti complessi alla luce di un unico principio ideale e guidano la comprensione dei cambiamenti reali. Essendo però il dogma una confessione vincolante della fede della Chiesa, il suo sviluppo non può fare a meno dell’autorità della Chiesa, la quale sola può riconoscere la continuità necessaria all’interno dei possibili cambiamenti.
MICHAEL SEEWALD
Il dogma in divenire. Equilibrio dinamico di continuità e discontinuità
Brescia, Queriniana, 2020, 288, € 35,00.