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Gerardo Guerrieri (1920-86) è stato uno degli intellettuali più significativi e influenti della cultura italiana e, in particolare, della cultura teatrale e cinematografica nazionale e internazionale del secondo Novecento. La sua passione per la ricerca ha varcato le frontiere geografiche, stabilendo dei legami fra i vari luoghi, fisici e mentali cui era legato, attraverso i mondi del teatro, delle arti visive, delle scienze, della letteratura e dell’antropologia.
Il volume presenta un’ampia selezione di articoli, cronache e racconti scritti da Guerrieri tra il 1939 e il 1950, dall’esordio su Roma fascista fino all’assidua collaborazione con L’Unità. Nel 1939 inizia la sua attività teatrale e di critica. Guerrieri si interessa di critica letteraria, collaborando con il settimanale Roma fascista, e il suo primo articolo firmato, «Superiorità del teatro», risale all’8 marzo 1939. Il 6 luglio 1939, un suo articolo intitolato «Quasimodo di fronte all’ermetismo» viene elogiato dallo stesso poeta siciliano. Guerrieri è tra i cofondatori, nell’ambito del Guf dell’Urbe, del Teatro Universitario. Il debutto come regista avviene il 29 febbraio 1940, quando mette in scena Felice viaggio di Wilder al Teatro dell’Università di Roma, con Giulietta Masina: spettacolo a cui egli stesso prende parte nei panni di regista.
Saggista, traduttore e storico del teatro, Guerrieri ha suggerito inedite relazioni tra il mondo dei libri e quello delle scene, contribuendo a fornire una nuova dimensione interpretativa al linguaggio teatrale di epoche diverse. In veste di critico teatrale, scrive per i periodici teatrali Scenario, Il dramma e Sipario, e cinematografici, come Cinema Nuovo, L’Arena. Dal 1945 al 1950 partecipa alla redazione romana del quotidiano L’Unità con critiche teatrali e racconti.
Collaboratore di Visconti dal 1945 e di De Sica dal 1946 per la sceneggiatura di due capolavori – Sciuscià e Ladri di biciclette –, è cofondatore del Circolo Romano del Cinema, insieme a Antonioni, Blasetti, Germi, Rossellini, Zavattini, Lattuada, Trombadori e Camerini. Nel 1950 è tra i primi collaboratori di Radio 3, canale culturale radiofonico, e nel corso degli anni diventa un prolifico autore radiofonico, scrivendo circa 70 radiodrammi.
Così, nel libro, a partire dal suo molteplice operare – come regista, drammaturgo, storico delle scene, traduttore, impareggiabile cronista e narratore – si ripercorrono tracce inedite di figure leggendarie, dalla Duse a Visconti e Strehler; le tappe di una originale consapevolezza di alcuni fondatori del teatro del Novecento, ad esempio Čechov e Stanislavskij; e le avventurose invenzioni di nuovi spazi in Italia dedicati ai teatri internazionali, come la compagnia teatrale Living Theatre, Bob Wilson e Peter Brook, tra i tanti.
I Curatori di questo volume hanno il merito di aver svolto nel tempo un approfondito lavoro di ricerca, raccolta, analisi ed elaborazione critica del percorso di Guerrieri, concentrandosi sugli anni che segnano una tappa fondamentale in quel peculiare ritmo della vita teatrale caratterizzato dalla «messa a dimora», così come dalle «fuoriuscite» (p. 18). Ed è proprio attraverso questa carrellata di articoli diversi, presenti nel volume e appartenenti ad ambiti apparentemente eterogenei – cronaca giudiziaria; racconti della Lucania ecc. –, che Guerrieri, personalità eclettica e dall’arte raffinata, al punto da essere definito negli Usa come «un moderno Leonardo», si dimostra esempio illustre, luminoso di uomo di cultura teatrale.