|
Negli ultimi anni si è riscontrato con piacere l’incremento della pubblicazione di contributi che, in linea con la sensibilità e il pensiero di papa Francesco, ribadiscono la centralità di valori come la fraternità e la resilienza, aiutandoci nel contempo a riscoprirne i risvolti essenziali, in termini di accoglienza, dialogo, rispetto e convivenza pacifica.
In questa ottica si colloca la collana Sponde della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Sezione San Luigi). Come si intuisce dal sottotitolo – Pensare Mediterraneo –, l’intento è quello di alimentare una riflessione, perché questo luogo, segnato profondamente da esperienze laceranti di chiusura, di pregiudizio e di morte, possa tornare a essere quello che è sempre stato, un contesto ideale di incontro, di scambio e di condivisione, e possa assurgere così a paradigma contro ogni deriva esclusivista che, nel nome della paura e del sospetto, finisce inevitabilmente con il creare barriere piuttosto che ponti.
Il 20° volume, scritto con maestria dal gesuita Pino Di Luccio, professore di teologia biblica presso la Pontificia Università Gregoriana, ci offre una conferma mirabile di tutto questo, muovendosi nell’ambito biblico. Prima ancora dei percorsi suggeriti, è emblematico e illuminante l’approccio adottato.
L’autore infatti fa riferimento in primo luogo al libro del Nuovo Testamento sul quale da tempo si concentra maggiormente la sua ricerca, il Quarto Vangelo, ma non si limita a questo. La sua felice intuizione è quella di porlo in dialogo con gli altri scritti giovannei, nella consapevolezza che uno illumina gli altri e che soltanto insieme essi riescono a offrire un quadro teologico completo.
Non è un caso allora che all’inizio dell’itinerario proposto ci si soffermi sull’Apocalisse, l’ultimo e per tanti aspetti il più controverso di questi testi, e si mostri come alcune delle sue pagine e immagini proiettino una luce nuova sui «segni» che contraddistinguono il Vangelo di Giovanni, e in modo particolare sul primo, quello nuziale, a Cana di Galilea.
È come per ricordarci che tutti hanno qualcosa di prezioso da insegnarci, anche quelli che noi possiamo ritenere più lontani e insignificanti, e che solo nell’ascolto e nel rispetto di tutti la nostra visione delle cose può diventare più ampia e dettagliata.
L’autore però allarga ulteriormente il campo, mostrando la continuità tra la letteratura giovannea e gli altri testi della Scrittura. Ne scaturisce un orizzonte armonioso, nel quale i due Testamenti sembrano dialogare tra loro, mostrando il volto di un Dio che assume sempre più i lineamenti di un amore tenero e premuroso.
Il tutto poi risulta arricchito da molteplici riferimenti alla letteratura extrabiblica, in modo particolare a quella giudaica, giudeo-cristiana e rabbinica. E non mancano richiami al mondo classico e all’islam, a testimoniare ancora una volta come nella ricerca del bene e del vero, del bello e di ciò che è autentico ci si riconosca non separati, lontani, ma a fianco degli altri, tutti figli e fratelli.
Un ultimo valore aggiunto, come mette in evidenza il vescovo Erio Castellucci nella Prefazione, va senz’altro identificato nella capacità di intrecciare i percorsi scritturistici proposti non solo con il magistero di papa Francesco, e in particolare con le due ultime encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, ma anche con l’arte e con il pensiero di diversi autori contemporanei.
È in questo panorama improntato all’interconnessione e alla convivenza che, come sottolinea lo stesso autore al termine della sua Introduzione, «il Vangelo di Giovanni spiega come si vede il compimento della Parola di Dio nel dono della vita di Gesù, e come si riconosce nella fraternità l’attualità e l’attualizzazione della parola di Gesù» (p. 18).
PINO DI LUCCIO
Fraternità resiliente. Attualizzazioni della teologia giovannea
nel contesto del Mediterraneo
Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2022, 200, € 20,00.