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Il libro riprende alcuni aspetti dell’enciclica Fratelli tutti, commentandoli in chiave psicologica. Il tema della fratellanza, in questa prospettiva, diventa una rivisitazione anche del cammino compiuto dalla stessa psicologia.
Da tempo la terapia ha preso le distanze dall’impostazione sostanzialmente solipsistica di Freud, mostrando quanto la relazione sia l’elemento davvero decisivo per lo sviluppo umano e la guarigione dei suoi eventuali traumi, tanto più dolorosi quanto più legati a un affetto mancato o a relazioni disturbate.
Le ricerche sul tema dell’attaccamento hanno mostrato che l’essere umano plasma la sua identità di fronte a un altro: il volto della madre è il primo specchio del mondo e di sé, e non a caso «mamma» è anche la prima parola che si pronuncia.
Nell’età adulta la qualità delle relazioni è il migliore indicatore prognostico per una vita sana, così come l’isolamento sociale ha un effetto tossico sulla persona, molto più della cattiva alimentazione, del sovrappeso, del fumo o dell’alcolismo.
I dati delle ricerche presentati in questo libro di p. Giovanni Cucci mostrano la fecondità delle relazioni, non solo tra le persone, ma anche tra i saperi: il dialogo tra discipline differenti è stimolo alla creatività, aiuta a cogliere la profondità e la freschezza sempre nuova di testi antichi e fornisce una possibilità ulteriore di incontro tra persone appartenenti a contesti e scelte molto differenti.
Lo stile versatile dell’autore nell’affrontare il tema della fratellanza permette di cogliere la ricchezza e la complessità del tema. Un esempio eloquente è la proposta mindfulness, alla quale il libro riserva giustamente un capitolo (pp. 49-70), dopo aver presentato il celebre esperimento sulla parabola del buon samaritano compiuto su un campione di studenti di teologia (pp. 39-48).
Entrare in contatto consapevole con il momento presente, con intenzionalità e gentilezza, è un esercizio chiave in grado di spezzare gli automatismi e restituire la ricchezza del vissuto, che può altrimenti con facilità sfuggire.
La necessità di fermarsi, di ascoltarsi, di rivedere gli accadimenti e i pensieri della giornata è un invito che giunge da gran parte delle proposte spirituali fin dai tempi antichi e ora viene apprezzata anche da chi, a prima vista lontano da qualsiasi appartenenza religiosa, ne scopre il valore e la necessità per la propria vita.
Come nella parabola, così nella pratica terapeutica le categorie, le etichette di presentazione vengono a cadere di fronte alla comune sofferenza psicologica. Allo stesso modo, la compassione come tonalità di ascolto delle sofferenze, proprie e altrui, è la via per eccellenza verso la guarigione. Anch’essa è stata di recente oggetto di studio da parte delle scienze umane, che ne hanno mostrato il valore e l’efficacia per un sano senso del valore di sé e la rivisitazione delle ferite del passato.
L’autore la definisce come «la capacità di riconoscere la sofferenza come parte integrante dell’esperienza umana e della vita, con saggezza e calore, traducendola in termini di empatia e ascolto dei possibili sentimenti ostili, senza giudicarli né combatterli, mettendo in atto decisioni ritenute opportune per alleviare la sofferenza» (p. 72). Si può accedere a questa via dell’autentica compassione solo decelerando e disinnescando i meccanismi automatici. È l’unico sentiero che conduce alla fratellanza.
Il libro esplora anche il non detto della parabola, prendendo in considerazione la situazione dell’uomo lasciato mezzo morto sulla strada e il dramma del trauma subìto, notando come le ferite psicologiche possano risultare ancora più dolorose e durature di quelle fisiche.
Da qui la domanda che interpella in modo particolare chi è chiamato a farsi carico di una tale sofferenza: «È possibile ipotizzare un cammino di guarigione e di ritorno alla vita che consenta a chi è stato oggetto di violenza e sopraffazione di continuare a investire sulla fratellanza non tanto come gesto eroico e controcorrente, ma come unica possibilità di ritornare a vivere e a sperare?» (p. 101).
La risposta, ovviamente, non può essere meramente teorica. P. Cucci presenta alcune testimonianze al riguardo particolarmente toccanti, che hanno dato anche origine a proposte terapeutiche di guarigione.
Esse sono un messaggio di speranza offerto a tutti: per quanto possa essere dolorosa e infelice la propria vita, c’è sempre la possibilità di voltare pagina e scoprire opportunità preziose anche nelle esperienze più fallimentari.
GIOVANNI CUCCI
Fraternità impossibile? Risvolti psicologici
Assisi (Pg), Cittadella, 2022, 144, € 13,50.