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«Il salvagente, quello dell’educazione, va gonfiato da piccoli, cosicché poi con coscienza si vivrà il virtuale senza perdere il contatto con la realtà» (p. 18). Questo assioma dei due autori fa da leitmotiv al libro-guida per non annegare nel mare magnum di internet e dei social network. Esso è un testo, come osserva nella prefazione il filosofo Bruno Mastroianni, che lo rende unico nel panorama dei libri sull’educazione digitale: i due esperti, entrambi docenti, non salgono in cattedra per fare una lezione di web a genitori, ragazzi e colleghi, ma, capovolgendo lo schema, mettono al centro il lettore, invitandolo «a fare il suo percorso di esplorazione nelle pieghe complesse della vita connessa» (p. 7).
L’agile volume è composto da 31 capitoli, ben strutturati, che consentono di afferrare subito i nodi cruciali che a mano a mano si delineano. Lo completa un’utile e attuale appendice sulla «Didattica a distanza».
Siamo «social» o «a-social»? Con questo interrogativo, gli autori evidenziano che chi è già «a-social» non se ne rende conto. Ecco, allora, l’importanza di prevenire con l’educazione, prendendosi cura di chi è sempre connesso alla rete, ma disconnesso da sé e dagli altri. Chi è «social», invece, vive la rete come una risorsa per sé e per la società.
La media education e i «digiuni digitali» sono la bussola per non smarrirsi. Altro aspetto rilevante è il concetto di web reputation e il fatto che «ciò che siamo on line, si vede on life» (p. 38).
A pagina 44, viene proposto «Il Manifesto della comunicazione non ostile» (redatto da varie realtà associative e della società civile), da tenere sempre presente.
La rete, si è detto più volte, è un’opportunità e un aiuto (lo si è visto recentemente, nei mesi del lockdown), ma, tra le sue maglie, si può incappare in numerosi pericoli: pedopornografia, sexting, revenge porn, cyberbullismo, fake news, frodi… Quindi occorre lastricare le strade del web di educazione, attenzione, competenza, accompagnamento ed età giusta. Al riguardo, i genitori hanno il diritto e il dovere di controllare il cellulare dei propri figli, fino alla maggiore età.
«Mentre siamo attratti dal bello delle nuove tecnologie – osservano i due autori –, siamo distratti dall’ottimo che ci circonda » (p. 71). Stacchiamo la spina dall’essere sempre connessi, a capo chino con gli occhi incollati allo smartphone. È ora di mettersi alla prova, stando «progressivamente» un’ora, un giorno e un weekend senza device. Ciò vale sia per gli adulti sia per i ragazzi.
I due autori ribadiscono infine la strada maestra da percorrere: «Educare sin da piccoli, gradualmente; puntare sulla persuasione attraverso la ragione; essere credibili coi fatti; dare un’unica direzione e non messaggi distorti; limitare le punizioni e costruire una comunità educativa tra famiglie, scuola, chiesa e altre realtà formative» (pp. 74 s).
MARCO PAPPALARDO – ALFREDO PETRALIA
Educarsi ed educare al web 3.0 + 1 riflessioni, consigli e idee per tutti
Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2020, 132, € 12,50.