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Il 21 settembre 1990, sulla strada statale che collega Canicattì ad Agrigento veniva ucciso dalla mafia il magistrato Rosario Angelo Livatino (1952-90): una morte nella quale la Chiesa ha riconosciuto i segni del martirio. Con l’iscrizione del magistrato nell’albo dei beati da parte di papa Francesco, sono apparse diverse pubblicazioni che ne raccontano la vicenda. Fra le tante, ne prendiamo in considerazione due, diverse per taglio e destinatari.
La prima, di Pio Sirna, è una lettura che si propone di tracciare l’essenza della spiritualità cristiana di Livatino, definita «tipologica e incarnazionista» (p. 11). Il volume presenta tre ampi capitoli. Nel primo viene illustrata una biografia teologica del magistrato, delineandone la progressiva crescita spirituale. L’assidua frequentazione della parola di Dio, l’assimilazione degli insegnamenti magisteriali, la relazione vitale con Cristo stimolano la presa di coscienza delle esigenze battesimali, che fanno del magistrato un figlio maturo della Chiesa post-conciliare nel «vivere la misura alta, mistica, della vita cristiana ordinaria […]. Quotidianamente Rosario non lavora perciò in modo distaccato e freddo, tipico del burocrate-archivista gestore di “un informe mucchio di carte”; come magistrato credente adempie un’opera redentiva: scorge nelle questioni giudiziarie gli umani drammi da lenire» (p. 23). La sua fede, provata e vissuta in unità di vita, diventa testimonianza scomoda, incompresa dagli altri e, nel renderlo incorruttibile, ne determina il martirio.
Il secondo capitolo presenta la mafia come questione religiosa, «una prassi intrinsecamente teologica […] con una propria ecclesiologia di tipo carismatico-tradizionale» (pp. 42 s), una struttura idolatra, che configura l’adesione o il solo acconsentire all’organizzazione come peccato di apostasia. In questo capitolo è anche interessante constatare la lenta presa di coscienza, da parte della Chiesa, dell’incompatibilità tra mafia e Vangelo, giunta all’apice proprio ad Agrigento nel grido accorato di Giovanni Paolo II, in cui risuonava l’invito alla conversione e la prospettiva del giudizio finale di Dio. Era il 9 maggio 1993, ricorrenza significativamente scelta, 28 anni dopo, per la beatificazione di Livatino.
Il terzo capitolo, infine, analizza il magistero del martire Livatino attraverso gli unici suoi scritti pubblici: due relazioni occasionali sul ruolo del giudice e sul rapporto tra fede e diritto. Emerge una figura che vive «con estrema determinazione le conseguenze etiche collegate alla sua fede cristiana […], non solo nel ristretto ambito della vita religiosa, ma anche nello svolgimento della sua funzione pubblica» (p. 118). Livatino aveva preso sul serio il Vangelo, testimoniando già nel suo lavoro in modo incruento la fedeltà a Cristo e il rispetto della dignità della persona umana, scaturito da tale fedeltà, che nel martirio cruento sarà manifestata a tutti.
Il volume di Marco Pappalardo si rivolge a un pubblico di lettori adolescenti, ai quali ammicca il titolo, giocando sull’espressione con cui Livatino viene indicato quasi per antonomasia. L’espressione «ragazzino» si riferisce alla sua giovane età come magistrato (aveva vinto il concorso a soli 26 anni), benché non fosse un complimento quando fu pronunciata nel 1991 dall’allora presidente della Repubblica italiana Francesco Cossiga, che poi ne chiese scusa ai genitori (cfr pp. 97 s).
Con intento pedagogico, l’autore vuole proporre Livatino come «modello vincente per essere donne e uomini di speranza» (p. 11). Ogni capitolo del libro fa parlare di lui o per lui la sua città, alcuni oggetti personali, i luoghi di studio e di lavoro, i simboli della fede e della giustizia, nonché alcuni testimoni. Il linguaggio è diretto, con una terminologia volutamente vicina al mondo giovanile, e le pagine sono rese attraenti dai disegni di Roberto Lauciello, illustratore e fumettista genovese. Alla fine di ogni capitolo una breve scheda, in forma di domande, apre alcune piste per la riflessione personale, cogliendo qualche elemento della vicenda di Livatino che interroga la vita del lettore.
Questa pubblicazione delle edizioni Paoline costituisce una proposta interessante per gli educatori, che permette di far conoscere ai ragazzi gli aspetti essenziali della biografia e della spiritualità di Livatino, aiutandoli a lavorare su tematiche tipiche della loro età.
PIO SIRNA
Rosario Livatino. Identità, martirio e magistero
Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2020, 136, € 16,00.
MARCO PAPPALARDO
Non chiamatelo ragazzino
Milano, Paoline, 2021, 112, € 10,90.