Dieci anni dopo l’incidente di Fukushima
Sono trascorsi 10 anni dall’incidente accaduto alla centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, a causa di un imprevedibile terremoto e del successivo tsunami. Il 13 aprile 2021 il Giappone ha deciso di sversare «nell’oceano acque potenzialmente ancora radioattive della centrale nucleare di Fukushima», in quanto questa sarebbe «la migliore soluzione per smaltire il trizio e le tracce di altri radionuclidi presenti nell’acqua». I primi rilasci di prova, graduali, potrebbero iniziare nel giro di due anni, e probabilmente ci vorranno decenni per smaltire 1,25 milioni di tonnellate di acque reflue (più quelle che si accumuleranno nel frattempo).
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e gli Stati Uniti hanno annunciato il loro appoggio al progetto e il sostegno al governo giapponese. Tuttavia, parecchie comunità di pescatori e molti cittadini giapponesi hanno protestato contro la decisione. Inoltre il piano è stato aspramente criticato dai Paesi vicini. Esperti di diritti umani delle Nazioni Unite e Ong ambientaliste come Greenpeace hanno espresso forti preoccupazioni e si oppongono al programma in quanto minaccia la salute umana e l’ambiente marino.
In concomitanza con l’annuncio del piano per il rilascio delle acque reflue, il Giappone ha confermato che nell’estate 2021 avrebbe ospitato i Giochi olimpici, posticipati l’anno scorso a causa della pandemia da Covid-19, tuttora in corso; e anche questa vicenda ci induce a riflettere su quanto siano divenute complesse e sfaccettate le problematiche che interconnettono non soltanto le nazioni dell’Asia orientale, ma anche l’intera umanità, ormai una comunità globale.
Questo articolo affronta le complicata questione delle acque reflue di Fukushima, guardando alle dimensioni del controllo scientifico, del bene comune e della responsabilità pubblica, nello spirito…
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ECOLOGICAL REFLECTIONS ON THE FUKUSHIMA WASTE WATER SPILLAGE
It has been 10 years since the incident at the Fukushima Daiichi nuclear power plant in Japan. This article examines the complicated problems of the release of wastewater from this plant. It explores its three main areas – 1) safety and science; 2) feasibility and costs; 3) responsability – in the light of Pope Francis’ encyclicals Laudato si’ and Fratelli tutti. The Fukushima nuclear waste water should be treated seriously, transparently and responsibly, not for political agendas, but for the common good of all humanity and international solidarity in the way of justice and peace.