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Franco Battiato durante tutta la sua vita ha cercato di comprendere gli aspetti essenziali dell’esperienza umana, con una ricerca artistica profonda e costante che ha saputo abbracciare anche elementi sociali, culturali e spirituali.
Nato il 23 marzo 1945, in un paese della Sicilia, Ionia (successivamente denominato Riposto), in provincia di Catania, Franco ha ascoltato sin dall’infanzia le musiche tradizionali popolari, a volte suonate dallo stesso padre Turi, durante le feste. Eppure, come egli stesso racconta, c’è stato un episodio, quasi un’illuminazione, che lo ha aperto a mondi musicali più ampi e complessi: «Quella volta sono uscito dalla chiesa e ho sentito qualcosa di straordinario […]. Per quei dieci secondi ho trovato e provato una meraviglia di vita, di esistenza. […] Torno indietro e chiedo, in siciliano, al prete: Chi musica jè chista? E lui dice: È Johann Sebastian Bach».
Questa curiosità per l’elemento sonoro diventerà emblematica per il suo itinerario musicale: da una parte, la musica popolare della Sicilia, che esprime il contingente, la terra assolata, la danza festosa, l’umano nel suo vivere di presente; dall’altra parte, la musica classica e quella d’avanguardia e sperimentale, che lo porterà lontano, in un viaggio umano e spirituale, alla ricerca di un senso esistenziale che conduce a un infinito nel quale continuare a immergersi, perdersi per ritrovarsi.
Gli incontri
Abbandonata presto la Sicilia, Franco si trasferisce prima a Roma e poi a Milano, dove conosce l’ambiente dei cantautori degli anni Sessanta. Incontra Giorgio Gaber, con il quale mantiene un’amicizia costante, forse grazie a quello spirito che induce entrambi a sperimentare altre forme musicali, un altro modo di sentire la musica. Entrambi, infatti, non si fermano al concetto di canzone; e se Gaber inventa la forma del «Teatro Canzone», Battiato cerca di sviluppare una scrittura musicale composta da contaminazioni sonore estreme…
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THE NOTES OF FRANCO BATTIATO’S JOURNEY
Franco Battiato, who recently passed away, succeeded in communicating his own profound existential journey through his extensive musical and artistic production. In the 1960s, he crossed over into the world of Italian song, then moved into the world of electronic and avant-garde music, to then elaborate his personal musical poetics which, regardless of form, sought to understand and communicate the desire for the absolute.