|
Come in una pièce teatrale, gli scritti dostoevskijani mettono in scena la vita nella sua interezza, ponendo la persona di fronte alla complessità dell’esistenza: bene e male, luce e tenebre, piccolezza e grandezza sono realtà tanto presenti quanto drammatiche a cui i singoli sono chiamati a rispondere di fronte a un Mistero che li interpella.
Il luogo per eccellenza dell’incontro con il Mistero e con la propria coscienza è il negativo. «Delitto, «tremore», «terrore», ma anche «soggezione» e «spettri» sono non solo alcuni dei titoli che l’autore ha scelto per i capitoli del suo volume, ma anche i luoghi in cui avviene la scoperta del sé e del proprio destino.
Di fronte a una realtà che sfugge al proprio controllo, i personaggi del romanziere russo cercano di elaborare possibili vie di fuga, muovendosi attraverso un sottosuolo che non è solo memoria, ma anche ideologia. La scelta è duplice: da una parte, il Mistero, con tutta la sua portata e la sua intensità; dall’altra, un ritirarsi dell’umano nel proprio io e nelle proprie idee. Questo ritirarsi corrisponde a una fuga dalla realtà.
Il volume prende in esame passaggi scelti tra tutta l’opera dostoevskijana, composta sia da romanzi sia da racconti brevi, con l’intenzione di darne una lettura che, tenendo conto delle varie sfaccettature, riesca a individuare un centro, un punto di riferimento coerente.
La struttura del saggio presenta una suddivisione per temi, all’interno della quale vengono mostrate le questioni e le loro interpretazioni offerte nei singoli scritti di Dostoevskij. Ne emerge un’immagine di persona sfaccettata eppure coerente, che nella propria vita ordinaria è chiamata a confrontarsi con il Mistero.
I tentativi di fuga o di rifiuto falliscono di fronte alle tragedie che coinvolgono i personaggi in scena, e la salvezza si presenta prima di tutto come una proposta da accogliere o da rifiutare nelle scelte quotidiane.
Il Dio, o il Mistero, rappresenta l’interruzione dell’ordinario e l’avvento di un imprevisto che mette alla prova non solo la fede del singolo, ma tutte le dimensioni dell’essere. La persona, nonostante le sue contraddizioni e i suoi limiti, ha la possibilità di entrare in una dimensione ulteriore che corrisponde al riconoscimento di Dio e della propria creaturalità.
Ecco così l’accadere dell’impossibile nel mondo: la disperazione totale di Alëša, che è chiamato a scegliere tra il legame con la sua famiglia e il suo destino, come le domande senza risposta dei bambini riuniti davanti alla tomba del piccolo Iljuša ne I fratelli Karamazov sono i segni di una salvezza che entra nella vita e genera un sapere definito come «risorto ed eccessivo». Risorto, perché si riferisce al Mistero; ed eccessivo, perché impossibile da contenere e quindi rappresentabile solo attraverso elementi che vanno oltre le parole, come il bacio di Gesù al Grande Inquisitore.
Lo svolgimento delle trame dello scrittore russo è legato ai personaggi; sono loro il centro della narrazione, che si sviluppa attraverso una serie di tensioni: tra una salvezza terrena rincorsa, ma vana, e una salvezza spirituale offerta a tutti, ma rifiutata da molti; tra il sé con il suo desiderio di sopraffazione e l’altro che viene incontro; tra l’America, associata alla fuga e all’irreale, e la Russia, intesa come luogo del quotidiano. Attraverso queste tensioni, il testo dostoevskijano mette in scena la vittoria dell’uomo sui suoi fantasmi. Qui la verità della vita viene messa alla prova, trovando la soluzione in un riconoscimento di Dio che non si pone a livello di una certezza conoscitiva, ma che ha a che fare con la sensatezza stessa della vita.
Due dei sentimenti che maggiormente coinvolgono i personaggi descritti da Dostoevskij sono il tremore e il timore, emozioni negative, eppure positive. Il tremore viene rappresentato come una scossa che fa sobbalzare il soggetto, mettendo in discussione le sue convinzioni e mostrandogli come la realtà sia di più rispetto a quello che lui credeva. Il timore ha a che fare con la domanda sulla propria origine e il proprio destino, in quanto riporta la persona alla consapevolezza della sua fragilità.
Attraverso il negativo viene messa in scena la salvezza: essa prende la forma di una parola che costruisce non solo la storia e le scelte dei personaggi, ma anche il loro destino.
VINCENZO RIZZO
Dostoevskij. La salvezza in scena
Milano, Jaca Book, 2021, 216, € 25,00.