|
La politica mediorientale del governo italiano
Da secoli gli interessi dei cattolici latini che vivevano nell’Impero ottomano – di cui quest’anno ricorre il centenario della scomparsa a opera dei vincitori della Prima guerra mondiale – erano tutelati presso il sultano di Costantinopoli dal rappresentante francese. Questo diritto all’origine aveva la sua base nelle «Capitolazioni», accordi di natura politico-commerciale che ben presto si aprirono anche alla protezione di persone o di singole comunità residenti nell’Impero.
Soltanto nel 1740 il sultano concesse alla Francia un regime capitolare, che prevedeva anche il protettorato di tutti i cattolici latini – designati semplicemente come «franchi» – appartenenti a ogni nazionalità e, in particolare, di coloro che tradizionalmente custodivano i Luoghi Santi. Questo privilegio fu sostanzialmente riconfermato, ma soltanto a condizione che non pregiudicasse gli interessi degli altri Paesi europei nell’Impero ottomano riconosciuti dall’articolo 62 del Trattato di Berlino del 1878.
Questa posizione di preminenza e di prestigio accordata, o meglio riconfermata, dalla Sublime Porta ai rappresentanti francesi fu avvertita dalla dirigenza politica italiana – negli anni in cui l’Italia, unificata da poco tempo, cercava di entrare nel concerto delle grandi nazioni e di trovare un proprio spazio e una propria influenza nelle questioni di politica internazionale – con malcelato fastidio. La conquista della Tunisia nel 1881 da parte dell’esercito francese rafforzò poi negli italiani questo sentimento di ostilità verso i «cugini d’Oltralpe».
La Francia, come previsto, si «allargava» nel Mediterraneo, a tutto svantaggio dell’Italia, in territori che non soltanto erano vicini ai suoi confini naturali, ma anche densamente abitati da cittadini italiani. Secondo l’ambasciatore italiano presso la Sublime Porta, Obizzo Malaspina, gli italiani che nel 1902 vivevano nell’Impero ottomano erano circa 25.000; alla fine dell’Ottocento sarebbero aumentati di circa 10.000 unità. La maggior parte di essi viveva a Istanbul…
***
CATHOLICS IN THE OTTOMAN EMPIRE AND THEIR PRESENCE IN THE MIDDLE EAST
In the centenary year of the Ottoman Empire’s demise, this article discusses the presence and participation of Italian Catholics, most of whom – about 35,000 – were living in Istanbul. In Italy, after the Crispi government, which was hostile to Catholics, the new rulers endeavored to exploit the missionary element for the benefit of diplomatic and cultural interests, which provoked a reaction from the French protectorate. It was not until August 1905 that an agreement was reached between the Rome and Paris governments in which the French government recognized the Italian government’s task of protecting the Italian religious communities in the Ottoman Empire. This gave Italy the possibility of gaining its own space of influence in the Mediterranean region.