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Mircea Eliade (Bucarest 1907 – Chicago 1986) è stato uno fra i più importanti storici e antropologi delle religioni del secolo scorso e, tra i suoi ampi campi d’indagine, è rilevante l’interesse coltivato per le tradizioni religiose dell’Asia (fra l’altro, tra il 1928 e il 1931 egli frequentò l’Università di Calcutta e l’eremitaggio di Rishikesh sull’Himalaya).
Quest’opera, ora disponibile dopo un accurato lavoro di revisione e aggiornamento bibliografico da parte dei curatori, fa parte di un più vasto progetto – la trasformazione de l’Enciclopedia delle religioni (16 volumi, pubblicati in inglese) in dizionari autonomi per la divulgazione in Europa – e si colloca accanto a quelle già pubblicate dalla casa editrice Jaca Book sul buddismo, induismo ecc.
Con oltre 170 voci, la consultazione di questo Dizionario può diventare un vero e proprio «viaggio» nella dimensione religiosa dell’estremo lembo del continente asiatico, dalla Cina al Giappone, dal Tibet alla Corea, dalla Thailandia al Vietnam. Così come è possibile trovare una voce specifica per particolari comunità, quali gli Ainu, presenti nell’isola di Hokkaido (p. 10), o le comunità Batak, stanziate nella parte settentrionale di Sumatra (p. 62).
L’attenzione all’area geografica è mantenuta anche quando si affrontano la storia e la diffusione di una religione o di un pensiero dottrinale in termini generali: così, ad esempio, oltre alla voce «Confucio» (p. 237) e «Confuciano, pensiero» (p. 207), si può consultare anche «Confucianesimo in Corea» (p. 197) e «Confucianesimo in Giappone» (p. 203).
Dei singoli Paesi sono poi considerate le specifiche presenze religiose, a partire da quelle più arcaiche, popolari e indigene, in un ventaglio particolarmente ampio di diversità, da una parte, e di punti di contatto trasversali, dall’altra, quali il culto degli antenati, le arti divinatorie, le concezioni dell’aldilà ecc. D’altra parte, il Dizionario non trascura la storia della diffusione delle religioni allogene, in primis il cristianesimo («Cristianesimo in Asia», p. 253), presente in Cina con una prima missione nestoriana nel 635, documentata da una stele, scoperta dai gesuiti nel 1623 e nota come «monumento nestoriano», (p. 254).
Nel volume si trovano voci dedicate ai fenomeni religiosi più recenti e inusuali, come quella dell’unico movimento religioso con pretese origini cristiane: «Chiesa dell’Unificazione» (p. 96), fondata in Corea nel 1954 dalla controversa figura del reverendo Sum Myung Moon. Ancora, si può consultare la voce «Caodaismo» (p. 90), un movimento sincretico, fondato in Vietnam nel 1926.
Un altro percorso che si può seguire è quello delle correnti di pensiero etico-filosofiche meno note al lettore europeo, quali, ad esempio, il «Moismo» (p. 479). Numerose voci sono dedicate a personalità rilevanti delle principali tradizioni, quali «Wang Bi», esponente cinese del III secolo della cosiddetta «dottrina oscura»; «Wang Fuzhi», filosofo cinese neoconfuciano del XVII secolo, contemporaneo dei confuciani giapponesi «Yamaga Sokö» (p. 672) e «Yamazaki Ansai» (p. 674).
Inoltre, il Dizionario, strumento indispensabile per chiunque voglia disporre di un riferimento sicuro per la consultazione e la ricerca in questo specifico ambito della storia delle religioni, consente di affrontare il tema religioso in Estremo Oriente attraverso gli approfondimenti dedicati alla poesia, alle pratiche rituali, ai templi, alle arti marziali, al teatro e alla danza rituale.
Particolarmente interessante e utile per conoscere anche alcune «sfumature» di quelle civiltà è la voce «Calligrafia» (p. 86), riferita al cinese e al giapponese, da cui si evince il ruolo culturale e spirituale del saper scrivere bene: «Nella calligrafia – affermava Aoyama San’u, uno dei più grandi calligrafi del Novecento – vedi la realtà della persona. Quando scrivi non puoi ingannare, ritoccare, decorare. Sei nudo davanti a Dio» (p. 89).
Dizionario delle religioni dell’Estremo Oriente
a cura di MIRCEA ELIADE
Milano, Jaca Book, 2020, 706, € 50,00.