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«Le parole della Bibbia interpretano i cambiamenti delle epoche a cui si riferiscono con un “cambio di prospettiva” e permettono di discernere nei cambiamenti che sperimentiamo l’evento che, per chi crede nel Vangelo, ha cambiato e rinnovato la storia: il Dono dello Spirito, con la morte e la risurrezione di Gesù» (p. 9). Su tale orizzonte, l’autore, docente di teologia biblica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, raccoglie e in parte rielabora gli articoli pubblicati su questa rivista nell’arco di 10 anni, disponendoli in due grandi sezioni: la prima propone alcune prospettive di cambiamento nella Bibbia, mentre la seconda indaga il cambio di prospettiva nei suoi fondamenti.
Diversi i temi affrontati, che spaziano dai cambiamenti di leadership alle tradizioni musicali dei popoli del Mediterraneo. È coinvolgente soprattutto la lettura biblica, con accostamenti originali che sorprendono e catturano il lettore. Nelle Scritture ebraiche viene rintracciata la grammatica con cui il Nuovo Testamento compone il racconto dei Vangeli, sempre in dialogo con la storia e allargando lo sguardo alle pagine del Corano e a quelle di pietre dell’archeologia. Ad esempio, il Vangelo di Luca, presentando la nascita di Gesù come quella di un bambino povero, «che per salvare tutti non vuole scomodare nessuno, non vuole togliere il posto a nessuno, per misericordia, per l’umiltà dell’amore» (p. 23), mostra la differenza radicale del regno di Dio dai regni del tempo e la sua universalità.
La messianicità di Gesù come «porta delle pecore» e come «buon pastore» è contestualizzata nella crisi della leadership sacerdotale del Tempio di Gerusalemme, ormai asservita alle dinamiche del potere politico di turno. Gesù, al contrario, è il pastore che dà la vita, ma è anche la porta, cioè «il Tempio nuovo ed escatologico che le Scritture ebraiche hanno profetizzato e hanno associato a una nuova funzione sacerdotale – come quella del Servo che porta su di sé una moltitudine di uomini e di donne» (p. 27). Una leadership controcorrente, diametralmente opposta alla mentalità autoreferenziale del mondo, «dove il criterio delle relazioni, non solo tra i capi e i membri del gruppo, è la ricerca del vantaggio e dell’interesse personale e del gruppo di appartenenza, di ciò che è bene e meglio per sé stessi» (p. 32).
Diversa è l’impostazione di Gv 15, riscrittura in prospettiva battesimale della lavanda dei piedi (cfr Gv 13). La connessione alla parola di Gesù, e quindi al Padre, proposta nella similitudine della vite e dei tralci incoraggia e promuove la vita e stimola la compassione come reciprocità.
Nel dialogo fra Gesù e Nicodemo (cfr Gv 3), in correlazione con il libro di Qoèlet, si manifesta il cambio di prospettiva sulla vita futura e sul presente. Lo hevel, «il soffio evanescente, che per Qoèlet contiene tutto» (p. 39), può riferirsi allo Spirito che aleggiava sulle acque della creazione, lo stesso che Gesù dona dalla croce e di cui fanno esperienza i discepoli a Pentecoste. Nella «ripetizione» – altro motivo dominante in Qoèlet – è compresa la rinascita «daccapo» di cui Gesù parla a Nicodemo. Il racconto della risurrezione di Lazzaro è letto in dialogo con le attese escatologiche del tempo, proseguendo con le variazioni sul tema nel Corano.
Nella seconda parte del volume, il cambio di prospettiva è esemplificato nel cambiamento dei luoghi di culto a partire dalle profezie di Gesù sulla sorte del Tempio, messo in relazione al suo corpo. «L’amore del Padre che si è manifestato nella Passione di Gesù» (p. 95) costituisce il presupposto e il fondamento del cambiamento, presentato con un affondo sul processo a Gesù nella logica del capovolgimento delle sorti proposto nel libro di Ester. Ancora sulla messianicità di Gesù e il cambio del luogo di culto si articola il dialogo fra Gesù e la Samaritana in Gv 4, in corrispondenza con il Cantico dei Cantici, dove la giovane amata, e ogni credente, diventa, come Gesù, il «nuovo Tempio», santuario della Parola.
Nella conclusione, l’autore ci offre una lettura del Salmo 42, dove l’aspetto performativo della parola di Dio passa attraverso la rievocazione interiore di musiche e canti che cambiano il vissuto dell’orante dal lamento alla danza.
Un’appendice raccoglie due interventi scritti a quattro mani sul rinnovamento della teologia e del suo insegnamento nelle facoltà ecclesiastiche dopo la Veritatis gaudium.
PINO DI LUCCIO
Discernere il cambiamento. Il cambio di prospettiva nella Bibbia
Roma, AdP, 2021, 170, € 13,00.