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28 ottobre 1921: nella basilica di Aquileia, tra 11 bare contenenti i resti di altrettanti soldati italiani di cui non si conosceva l’identità, vengono prescelti quelli del Milite Ignoto. Caricate poi su un treno speciale, le spoglie partiranno per un lungo viaggio, durante il quale, procedendo talora a passo d’uomo, attraverseranno città grandi e piccole, raccogliendo un commosso omaggio che sarà tributato loro da schiere di veterani, madri, vedove e orfani. Giunta a Roma, il successivo 4 novembre la salma verrà traslata al Vittoriano e lì inumata nel corso di una solenne, lunga liturgia: da allora in poi, diventerà il simbolo dell’unità della nazione e del sacrificio offertole dalle migliaia di caduti rimasti senza nome.
28 ottobre 1922: la «marcia su Roma», una rivoluzione armata trasformatasi rapidamente in una sorta di parata che si svolge per le vie della capitale, sancisce nei fatti la fine della legalità, il tramonto dell’età giolittiana e il crollo dello Stato liberale.
Di lì a poco, l’avvento del primo ministero Mussolini avrebbe costituito il primo passo di un itinerario destinato ben presto a concludersi con la nascita di un regime dittatoriale, che sarebbe rimasto al potere per oltre vent’anni. Quel giorno vennero così celebrate, in sostanza, le esequie di un sistema politico-istituzionale che appariva ormai in agonia e quindi incapace di dare al Paese un governo in grado di fronteggiare le tante questioni – in primis, quelle di carattere economico-sociale – che andavano facendosi sempre più ineludibili.
Nel giro di un anno, dunque, l’Italia acquisì, per un verso, un’identità collettiva costituita da alcune emozioni condivise, e si trovò, per l’altro, ad assistere alla caduta dello Stato liberale, sulle cui ceneri si sarebbe instaurato quello fascista. Il profondo legame simbolico tra le due date – alle quali andrebbe forse aggiunta quella relativa all’ottantesimo compleanno di Giovanni Giolitti (27 ottobre 1922), l’anziano statista ormai al tramonto – viene posto opportunamente in rilievo dallo storico Enrico Folisi in questo «percorso per immagini» che, utilizzando i servizi giornalistici dell’epoca e una ricca documentazione fotografica, ricostruisce lucidamente le due vicende, fornendo nel contempo al lettore la possibilità di accedere a testi e riproduzioni di indubbio interesse.
Si tratta di due momenti che attestano sia l’imponente mobilitazione popolare sia l’inizio di una nuova era, nel corso della quale le masse sarebbero state spesso chiamate a sottolineare – con la propria entusiastica presenza – le decisioni prese dal regime.
Quando poi, il 16 novembre di quello stesso anno, il presidente incaricato presentò il suo gabinetto alla Camera, molti avrebbero compreso come quella che era stata l’Italia di Cavour e Depretis, di Crispi e Giolitti avesse esalato l’ultimo respiro. Conclude dunque, al riguardo, l’autore: «Un intero anno si era protratto il rituale funebre che aveva accompagnato lo Stato liberale, ora veniva tumulato e proprio in parlamento. Dopo il discorso di Mussolini una vera e propria ultima orazione funebre che ne sanciva la definitiva fine, e con esso quella delle libertà democratiche della Nazione» (p. 95).
ENRICO FOLISI
Dal milite ignoto alla marcia su Roma.
Ottobre 1921- ottobre 1922: un percorso per immagini
Udine, Gaspari, 2021, 96, € 14,50.