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La realtà della schiavitù moderna spinge la Chiesa ad armonizzare due qualità spirituali che di rado vengono associate: la forza e l’umiltà. Innanzitutto, è indispensabile la forza di spirito, perché la realtà della schiavitù moderna, gli abusi che gli esseri umani oggi continuano a infliggersi a vicenda sono talmente brutali da indurre alla disperazione.
I cristiani hanno bisogno di molta forza interiore per non scoraggiarsi, se vogliono intraprendere un’azione vigorosa com’è quella necessaria per porre fine agli abusi che la schiavitù e la tratta di esseri umani stanno infliggendo alla dignità di uomini, donne e bambini.
Ma nello stesso tempo la comunità ecclesiale, per affrontare in modo giusto la schiavitù e la tratta contemporanee, dovrà assumere un atteggiamento spirituale profondamente umile.
L’umiltà è una virtù altrettanto essenziale, dal momento che non solo la Chiesa, per quasi tutta la sua storia, ha considerato la schiavitù legittima sotto il profilo morale e religioso, ma ci sono stati suoi membri e dignitari che hanno ridotto altre persone in quello stato.
Se i cristiani vogliono sottrarsi all’accusa legittima secondo cui la loro odierna opposizione alla schiavitù sarebbe mera ipocrisia, il primo passo da compiere è ammettere con chiarezza i propri passati fallimenti nel riconoscere e nel rispettare concretamente quelle esigenze della dignità umana che oggi diamo per scontate.
In altre parole, la Chiesa è chiamata a confessare, in uno spirito di umiltà e di pentimento, di avere essa stessa adottato, a suo tempo, in molti casi quei comportamenti di suoi membri che oggi considera vergognosi.
Si tratta di un compito impegnativo, perché non è affatto facile conciliare la forza di spirito necessaria per opporsi ai gravi abusi commessi dall’umanità con l’umiltà richiesta dall’atteggiamento che la Chiesa nel corso della storia ha assunto riguardo alla schiavitù…
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THE CHURCH’S RESPONSE TO MODERN SLAVERY: STRENGTH AND HUMILITY
The Church should address modern slavery with strength and humility. Strength is necessary, because both civil law and the teachings of Vatican II and John Paul II declare slavery to be a grave moral evil. Humility is also necessary, because the Church for much of its history has considered slavery tolerable and even legitimate. This humility can contribute to real change when it leads the Church to help victims and give voice to their plight by making their dehumanizing experiences known to all. The Church’s efforts in this regard will often be even more effective than its denunciation of the abuses inflicted by slavery.