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L’ultimo libro sui concordati del Vaticano con gli Stati e con diversi organismi o organizzazioni risale al 2010. Dodici anni dopo occorreva quindi un aggiornamento: è il grande e minuzioso lavoro che ha recentemente fatto Antonello Blasi (professore alla facoltà di diritto civile e presso l’Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense), concentrandosi sull’Africa. Proprio in ciò consiste la particolarità di quest’opera: gli accordi-quadro tra l’Africa e la Santa Sede. Si tratta quindi di una sintesi degli accordi che la Santa Sede ha firmato con i diversi Stati africani, che non tiene conto degli accordi firmati durante la colonizzazione.
Questo libro mette a disposizione dei ricercatori dati fondamentali necessari e ben articolati per futuri studi approfonditi. L’autore raccoglie una ricca bibliografia che va oltre i concordati o accordi della Santa Sede con i Paesi africani. Al di là degli accordi di carattere diplomatico, fondati sul diritto internazionale, dal testo traspare la vitalità delle Chiese particolari africane. Esse avevano bisogno ovviamente di statuti giuridici che potessero proteggere le opere apostoliche, garantendo loro il contesto, i diritti, la libertà ecc.
I più recenti accordi vanno in questa linea. Blasi non solo espone i contenuti di tali trattati, ma presenta anche le fonti e i testi degli accordi recenti della Santa Sede con i seguenti Stati: Angola, Benin, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Capo Verde, Ciad, Costa d’Avorio, Gabon, Guinea Equatoriale, Marocco, Mozambico, Organizzazione dell’unità africana (Oua), Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana e Tunisia.
I non specialisti avranno forse difficoltà a distinguere i termini «concordato» e «accordo quadro», che sono vocaboli giuridici specifici. Inoltre, il titolo del libro può generare confusione a causa dell’espressione «concordati africani».
Ma il suo contenuto non lascia adito ad alcun dubbio: si tratta appunto di accordi internazionali giuridicamente vincolanti tra la Santa Sede e gli Stati o gli organismi africani su materie precise, come lo statuto giuridico della Chiesa e delle istituzioni ecclesiastiche, la libertà religiosa, la libertà di religione e di culto, la collaborazione tra le istituzioni di insegnamento e sanitarie, la sovranità, i vantaggi concessi alla Chiesa, l’indipendenza e l’autonomia, i problemi di interpretazione assieme alle loro risoluzioni.
La descrizione di tutti questi concordati nel libro di Blasi potrebbe far pensare che le Chiese particolari dei Paesi con le quali la Santa Sede ha firmato accordi siano giuridicamente protette. Di fatto, l’Africa è un continente che ha le sue particolarità. Perciò, nella maggior parte dei Paesi, il successo degli accordi nell’assicurare la libertà della Chiesa per compiere la sua missione evangelica dipende dall’implementazione di essi da parte dei governi.
Inoltre, è la Chiesa che assicura, attraverso le sue istituzioni e realtà collegate, gran parte di ciò a cui lo Stato dovrebbe provvedere: sanità, educazione e altri servizi sociali. Anche se in Africa, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, i regimi totalitari sono in diminuzione, la realtà sociopolitica, nella quale spesso interviene la Chiesa, non è cambiata molto.
Leggendo il libro di Blasi, si comprende meglio il fondamento degli accordi che la Santa Sede ha firmato negli ultimi anni con vari Stati e, già molto prima, con gli Stati africani. E vi si possono trovare tutti gli elementi giuridici di tali concordati.
ANTONELLO BLASI
Concordati africani.
Elementi e fonti di diritto concordatario africano
Città del Vaticano, Libr. Ed. Vaticana, 2022, 326, € 28,00.