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La prima volta che Angela Caponnetto ha documentato, da cronista della Rai, uno sbarco era il 18 marzo del 2002, a Catania, quando arrivarono 928 curdi su un’enorme carretta del mare. Da allora l’autrice, inviata di Rainews 24, ha raccontato tantissimi sbarchi: in diretta, con servizi, interviste, reportage. Ora, nel tempo della pandemia da Covid-19, ha pubblicato un libro, per raccontare i 18 anni trascorsi in prima linea sulle rotte delle migrazioni. Sebbene il pericolo virale abbia chiuso interi popoli nelle case, non ha fermato quelli in fuga, vittime di atrocità e violenze, ma anche protagonisti di destini comuni, al di là delle differenze, così che a Lampedusa, afferma l’autrice, «sentivo pregare Dio e Allah in contemporanea, senza che nessuno infastidisse l’altro».
La ricostruzione di storie, cifre, rotte e politiche migratorie si dipana non solo attraverso un racconto avvincente e in presa diretta, ma specialmente attraverso i colloqui con i protagonisti: volontari delle ong, forze dell’ordine e, soprattutto, quei migranti che tante volte la cronista ha incontrato, incrociandone gli occhi, scoprendone i nomi, il passato e i sogni di futuro. In particolare sono i bambini quelli che hanno lasciato nell’autrice il segno più profondo. Bambini con cui provare a giocare, o da prendere in braccio, qualcuno più grandicello da seguire, come possibile, una volta sbarcati a terra.
Nell’introduzione l’autrice afferma: «Quasi senza accorgermene ero diventata parte della storia che stavo riportando, rimanendo pur sempre voce narrante». La Caponnetto si pone dunque dentro e fuori la storia, alla ricerca di quella giusta distanza senza la quale non si può oggettivare un racconto, anche se l’equilibrio tra coinvolgimento e distacco è soggettivo, frutto di una ricerca continua. Nel libro c’è un verbo che ritorna più volte: «capire». La cronista segue i percorsi dei soggetti a vario titolo coinvolti, e via via si rende conto che «più entravo in profondità, più veniva facile smontare fake news e stereotipi legati allo straniero arrivato da irregolare».
Il metodo di Giovanni Falcone, follow the money («segui il denaro»), diventa come una bussola e induce a seguire qualche migrante: la nave, lo sbarco, un centro di accoglienza nel nord Italia, e poi l’Africa, per conoscere qualcuno di quei villaggi da dove partono i migranti.
Cronista di frontiera, la Caponnetto non si è lasciata impaurire da insulti e minacce via social o da tentativi di intimidazione, ma è riuscita a esprimere con sensibilità femminile il senso alto insito nel mestiere di giornalista, quando ha dato voce a chi non ha voce, perché «senza la voce del cronista gli esseri umani diventano fantasmi».
Ogni capitolo del libro è incentrato su un personaggio chiave: soccorritore, migrante, richiedente asilo, volontario, o lo stesso reporter, «che entra così tra i protagonisti di questo pezzo di storia del Ventunesimo secolo» e mette in gioco se stesso, anche se «non va bene che una cronista si faccia vedere coinvolta». Ma quando si va per mare, vale per tutti la regola che «in mare non c’è scelta. O tendi la mano o lasci annegare».
ANGELA CAPONNETTO
Attraverso i tuoi occhi. Cronache dalle migrazioni
Milano, Piemme, 2020, 304, € 17,00.