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«In faccia alla morte l’enigma della condizione umana diventa sommo. Non solo si affligge, l’uomo, al pensiero dell’avvicinarsi del dolore e della dissoluzione del corpo, ma anche, ed anzi più ancora, per il timore che tutto finisca per sempre. Ma l’istinto del cuore lo fa giudicare rettamente quando aborrisce e respinge l’idea di una totale rovina e di un annientamento definitivo della sua persona». Queste considerazioni, tanto brevi quanto incisive, tratte dal n. 18 della Gaudium et spes, la Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo del Concilio Vaticano II, rappresentano una sintesi particolarmente felice della questione della morte e dell’aldilà, che da sempre ha affascinato e intimorito gli uomini.
Lungo i secoli, intorno a essa si sono affaticati filosofi e teologi, scienziati, scrittori e artisti di ogni genere; anche il cosiddetto «uomo della strada» non è mai rimasto insensibile di fronte al grande e drammatico evento della fine dell’esistenza terrena e di un’eventuale sua prosecuzione sotto altre forme in un futuro che va oltre il tempo.
Convinto che non vi siano soluzioni intermedie, Gerhard Lohfink, noto teologo tedesco, per molti anni professore di Esegesi del Nuovo Testamento presso l’Università di Tubinga, fin dal titolo del libro propone un’alternativa che non ammette ulteriori ipotesi: o la risurrezione o il nulla. La conclusione a cui giunge l’autore è costituita da una chiara riaffermazione della verità salvifica della risurrezione di Cristo.
Egli vi perviene attraverso un cammino che si snoda in cinque tappe, che corrispondono ad altrettante parti del volume. Nella prima, intitolata «Che cosa si pensa dell’aldilà», Lohfink fa una breve rassegna delle diverse dottrine che sono state elaborate riguardo a ciò che ci attende dopo la morte: l’immortalità dell’anima di matrice platonica, la continuità della vita attraverso la discendenza, la reincarnazione, la dissoluzione nell’universo, il radicale annientamento.
La seconda parte si intitola «Che cosa sperimentò Israele» ed è dedicata a esaminare il messaggio veterotestamentario, che risulta sorprendente: «Quando si apre l’Antico Testamento – scrive l’autore – e gli si chiede che cosa abbia da insegnare sulla morte e su cosa ci sia dopo la morte, ci si trova dapprima di fronte a un fenomeno inaspettato. Si incontra uno scetticismo profondo rispetto a tutte le idee religiose sull’aldilà» (p. 69). Lohfink fa presente che Israele è stato sempre convinto del valore insostituibile della vita terrena, e «la teologia cristiana deve continuare a conservare in sé la centralità che l’aldiquà ha ricoperto nel pensiero d’Israele» (p. 92). Comunque l’A. afferma che, seppur attraverso un percorso lento e complesso, il popolo di Israele fece sua la «fede in una vita eterna presso Dio» (p. 95).
Nella terza parte, che reca il titolo «Che cosa venne al mondo con Gesù», Lohfink concentra l’attenzione sulla risurrezione di Cristo, sottolineando in particolare il realismo del racconto dell’evangelista Luca, il quale «vuole dire ai suoi lettori che la salvezza dalla morte è più che un evento puramente spirituale. È l’uomo intero ad essere redento, non solo il suo spirito. Non è salvata un’anima diafana ma la storia della nostra vita tutta intera, la nostra carne e il nostro sangue, tutto ciò che noi siamo stati» (p. 117).
Nella quarta parte, intitolata «Che cosa avverrà di noi», l’autore riflette sul destino dell’uomo e affronta alcuni argomenti molto importanti e delicati: l’incontro definitivo con Dio, il giudizio, la misericordia divina, l’esistenza dell’inferno, la sopravvivenza dell’anima, la parusia e altri temi ancora. Numerose e complesse sono le argomentazioni proposte da Lohfink, il quale, peraltro, riguardo a quegli argomenti, ammette l’esistenza dell’insuperabile dimensione del mistero. Egli pone costantemente l’accento sull’infinita misericordia di Dio e sulla volontà divina di non lasciare andare in rovina niente di ciò che è stato creato.
Il libro si conclude con il capitolo «Che cosa possiamo fare», in cui Lohfink ribadisce la certezza che il pensiero dell’aldilà e dell’eternità non deve distoglierci dalla vita terrena e dagli impegni che discendono dalla sequela di Cristo, primo fra tutti l’amore del prossimo e la gratitudine verso il Padre che ci ha donato la vita e l’intera creazione.
GERHARD LOHFINK
Alla fine il nulla? Sulla risurrezione e sulla vita eterna
Brescia, Queriniana, 2020, 288, € 34,00.