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Il contesto dell’articolo. Sin dall’epoca patristica, la grande sfida è stata quella di dover misurare le affermazioni più metafisiche della cristologia classica sul terreno più concretamente storico e antropologico. Oggi una contrapposizione tra storia e teologia non ha ormai più alcun senso scientifico, prima ancora che teologico.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo premette che una nuova, significativa tappa di questo cammino teologico è quella del significato salvifico dell’umanità del Figlio.
Per l’autore, questo è strettamente legato alla dimensione filiale e nuziale del rapporto tra Gesù e Israele. L’ormai acquisita ebraicità di Gesù dovrebbe aiutare a meglio collegare la dimensione umana della sua identità filiale con il suo essere figlio di Israele. In altre parole, se Gesù è il Figlio di Dio, umanamente parlando lo è innanzitutto perché è, nel senso pieno della parola, figlio di Israele, e in quanto tale partecipe dell’elezione filiale del popolo della prima e mai revocata alleanza.
D’altro canto, le erranze dell’eros liquido potrebbero trovare una risposta teologicamente adeguata in una migliore presa di coscienza della natura sessuata maschile di Gesù e del essere anche lo Sposo escatologico di Israele-Chiesa in ragione della dimensione divina della sua identità personale.
Come Figlio del Padre, Gesù darà perciò, grazie alla natura umana assunta, pieno compimento alla relazione parentale di Israele. Come Sposo della Figlia di Sion, lo farà con la relazione nuziale, riferendola immediatamente a Dio.
L’articolo infine suggerisce che tale duplice prospettiva sembra poter meglio mettere in evidenza il carattere specificamente biblico dell’universalità della storia della salvezza, data dall’indissolubile relazione che lega tra loro la vocazione sacerdotale di Israele, chiamato da Dio a essere segno della sua misericordia anche per le nazioni pagane, e queste ultime.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Cosa implica, nella storia della salvezza, il fatto che Gesù è insieme figlio e sposo di Israele?
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JESUS OF NAZARETH, SON AND SPOUSE OF ISRAEL
The now acquired Jewishness of Jesus should help to better connect the human dimension of his filial identity with his being a son of Israel. The wanderings of liquid eros could for their part find a theologically adequate answer in a better awareness of his being also the eschatological Spouse of Israel-Church because of the divine dimension of his personal identity. Finally, this double perspective seems better able to highlight the specifically biblical character of the universality of salvation history, given by the indissoluble relationship between the priestly vocation of Israel and the nations.