RECENSIONE

Pier Luigi Ballini – Antonio Varsori

1919-1920. I TRATTATI DI PACE E L’EUROPA

1919-1920. I Trattati di pace e l’Europa

Annalisa Latartara

Quaderno 4143

pag. 306 - 307

Anno 2023

Volume I

4 Febbraio 2023
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Il corposo volume, che raccoglie gli Atti del Convegno internazionale promosso dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti in collaborazione col Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali dell’Università degli Studi di Padova, è un contributo di particolare rilievo all’approfondimento della Conferenza di Pace di Parigi e del significato di lungo periodo della Prima guerra mondiale.

Un’analisi a più voci sugli effetti di lungo periodo dei Trattati di pace di Versailles, con un approccio globale, che comunque non trascura nodi e questioni che avrebbero giocato un ruolo centrale negli equilibri e nelle tensioni drammatiche degli anni Trenta.

Alcune delle tematiche trattate evidenziano analogie con la situazione attuale, come quella dei rapporti tra Europa, Russia e Stati Uniti e del controverso rapporto dei confini fra l’Europa Occidentale e la Russia. L’amara riflessione che emerge è che «a distanza di cento anni, dopo la guerra fredda e il crollo dell’URSS, l’Occidente abbia ripetuto gli stessi errori risalenti alla Conferenza di Pace e abbia umiliato la Russia, favorendo con ciò l’ascesa di una nuova élite russa ansiosa di rivincita in nome della patria russa» (p. 115). Una considerazione, questa, che risale a ben prima dell’attacco della Russia all’Ucraina.

Gli interventi di storici contemporanei delle relazioni internazionali e di economia, alcuni dei quali in lingua inglese e francese, approfondiscono vari temi e riservano un ampio spazio all’Italia, sia alle vicende politiche interne sia al suo ruolo sulla scena internazionale in Oriente dopo la fine dell’Impero ottomano e sulle questioni coloniali in Africa.

Uno dei contributi è dedicato all’esclusione della Santa Sede e alle reazioni dell’opinione pubblica cattolica in Italia. Il testo evidenzia come al riserbo dei palazzi vaticani corrisposero le vivaci reazioni del mondo cattolico.

Il dibattito viene ripercorso attraverso le riviste culturali più significative dell’epoca, tra cui La Civiltà Cattolica, che non esitò ad assumere una posizione molto critica nei confronti della Conferenza di Parigi, sottolineando come si stessero gettando «i semi di nuove guerre» (p. 597). Malgrado l’esclusione, la capacità di tessere una rete di relazioni e il «diffuso sentimento di delusione per la Conferenza» (p. 604) consentirono alla Santa Sede di acquisire un prestigio internazionale mai raggiunto prima.

La dissoluzione dei grandi Imperi sovranazionali e la ridefinizione dei confini nazionali presentavano un problema del tutto nuovo, che riguardava milioni di europei: l’apolidia. La guerra non ridisegnava solo i confini, ma anche i diritti di milioni di individui privati del diritto di cittadinanza. A intere collettività – minoranze etniche, linguistiche e religiose – fu negato il «diritto di avere diritti» (p. 246), fu revocata o negata la nazionalità. Lo status apriva la strada a tentativi di emarginarle o escluderle dalla comunità politica. Anche questo era uno dei limiti dell’Europa rimodellata dalla fragile Pace di Versailles.

PIER LUIGI BALLINI – ANTONIO VARSORI
1919-1920. I Trattati di pace e l’Europa
Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2020, 704, € 37,00.

 

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