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A riveder le stelle

Il futuro robotico del telescopio VATT

Pavel Gabor - Christopher M. Graney

11 Aprile 2024

“Angels in the Dome”, Photo of the VATT Dome (by Ryan Ferguson of Flyback Productions)
“Angels in the Dome”, Photo of the VATT Dome (by Ryan Ferguson of Flyback Productions)

Il telescopio di punta del Vaticano sta per essere completamente automatizzato e robotizzato.

L’anno scorso, la Specola Vaticana ha festeggiato il trentesimo anniversario del Vatican Advanced Technology Telescope (VATT), situato sul monte Graham, in Arizona (USA). Il nome VATT deriva dal suo design radicale, ritrovabile al giorno d’oggi nei telescopi più grandi al mondo (in realtà, il nome completo e corretto del VATT – che è ospitato nel centro di astrofisica Thomas J. Bannan – è Alice P. Lennon Telescope). Quello che la Specola sta facendo in questo momento è trasformare il VATT per il futuro.

Quando si guarda al futuro della scienza, l’ideale sarebbe poter decidere cosa vogliamo esplorare e poi ottenere la giusta attrezzatura per farlo. È la «scienza orientata allo scopo». Ma la realtà è che spesso disponiamo di attrezzature già esistenti e che dobbiamo decidere cosa possiamo esplorare con quel che abbiamo. La si potrebbe chiamare «scienza orientata dall’attrezzatura». La robotizzazione del VATT fa da ponte fra i due approcci. Stiamo trasformando il nostro osservatorio, che può già vantare un’ottica eccellente e una posizione con una straordinaria qualità atmosferica per la ricerca astronomica, cosicché in futuro potremo fare il tipo di ricerca che vogliamo e attrarre collaboratori interessati a unirsi a noi.

Il nuovo sistema di controllo automatizzato dell’osservatorio si chiamerà «Don», in onore di Donald M. Alstadt (1921-2007). La realizzazione di Don è stata resa possibile grazie a una sovvenzione da parte del Thomas Lord Charitable Tust e da una donazione da parte di Mrs. Judith Alstadt in onore del marito. Donald Alstadt ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato e di presidente del consiglio di amministrazione della Lord Corporation.

A sinistra, il VATT con gli otturatori della cupola aperti. A destra, "Vatty", il telescopio robot realizzato da Bob Macke S.I. (astronomo presso la Specola Vaticana) per promuovere il progetto di robotizzazione del VATT
A sinistra, il VATT con gli otturatori della cupola aperti. A destra, “Vatty”, il telescopio robot realizzato da Bob Macke S.I. (astronomo presso la Specola Vaticana) per promuovere il progetto di robotizzazione.

Don è stato progettato e costruito da ProjectSoft HK. È modulare, basato su controlli logici programmabili industriali Beckhoff, encoder Renishaw e drive EMLO. Il software è progettato per rimanere stabile a prescindere dagli aggiornamenti dei computer. Orienterà il sostegno del telescopio, puntando il VATT con una precisione migliore dello 0,5% del diametro della luna piena. Don controllerà anche numerosi sistemi di supporto: una stazione meteorologica, la cupola del telescopio e gli otturatori della cupola, il sistema di oliatura dei cuscinetti del sostegno, il sistema di raffreddamento dello specchio primario del VATT e altro ancora.

Don fornirà diverse modalità operative. La più basilare, e la prima a disposizione, sarà la «modalità legacy». Un astronomo presente al centro di astrofisica Bannan azionerà il telescopio e i vari congegni. La «modalità legacy» somiglierà a quella attuale: le sole differenze saranno una maggiore affidabilità, prestazioni più efficienti e un livello superiore di esperienza utente. Le procedure di accensione e spegnimento del telescopio saranno completamente automatizzate. L’utente le avvierà con un semplice comando dall’interfaccia utente nella sala di controllo. Non ci sarà bisogno di girare attorno, accendere manualmente e poi spegnere ogni sottosistema del telescopio. Sarà pure necessario meno tempo per allineare e mettere a fuoco l’ottica dello strumento.

Il passo successivo è la «modalità remote». Questa permetterà agli astronomi che usano il telescopio di lavorare dalla propria sede, senza la necessità di essere sul posto. Potremo persino controllare il VATT in Arizona dalla sede della Specola Vaticana a Castel Gandolfo, a sud di Roma! Nella più sofisticata «modalità scripted», Don eseguirà una sequenza di istruzioni (script) preparata da un astronomo, facendo funzionare il VATT senza un monitoraggio e un controllo diretto da parte dell’uomo. Prevediamo che vari gruppi di utenti svilupperanno i propri script.

Questo accadrà solo dopo che il telescopio avrà dimostrato di poter essere usato in maniera sicura senza supervisione. Prima di affidare il controllo a Don ci andremo molto cauti, svolgendo test approfonditi per assicurarci che niente vada storto.

No, non stiamo pensando a una scena da film di fantascienza del tipo:

Paul Gabor: «Apri gli otturatori della cupola, Don».

Don: «Mi spiace, padre Paul. Temo di non poterlo fare».

Piuttosto, dobbiamo soltanto assicurarci che Don chiuda rapidamente gli otturatori in caso di maltempo.

Il futuro robotico del VATT promette bene!

Il futuro robotico del telescopio VATT

Pavel Gabor, Christopher M. Graney

Vicedirettore della Specola Vaticana, l’Osservatorio Astronomico della Santa Sede.


11 Aprile 2024


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