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Nei trattati di cristologia si mettono soprattutto in evidenza i titoli di gloria che caratterizzano la figura di Gesù: Figlio di Dio, Cristo, Salvatore del mondo. Meno visibili sono i titoli ingiuriosi che gli hanno affibbiato i suoi avversari.
In effetti, volendo raccoglierli tutti, troviamo che Gesù è stato accusato di essere impostore, malfattore, mangione e beone, indemoniato, pazzo, blasfemo, sobillatore, di padre ignoto, samaritano. Anche questo fa parte di quello «svuotamento» al quale Cristo si è sottoposto, «umiliandosi fino alla morte, e alla morte di croce» (Fil 2,8).
Per non rimanere nel generico, vediamo nel dettaglio gli insulti che Gesù ha ricevuto, e come i suoi primi discepoli lo hanno imitato in questo suo abbassamento.
Quell’impostore!
Nei Vangeli, Gesù introduce quasi sempre la sua parola con l’espressione: «In verità, io vi dico», per evidenziarne l’importanza e la veracità. Questa espressione compare circa 30 volte in Matteo, 9 volte in Marco, 10 in Luca.
Nel Vangelo di Giovanni, per 25 volte la parola è raddoppiata: «In verità, in verità io vi dico», ma è il concetto stesso di verità (alētheia) ad essere centrale nel Quarto Vangelo. Gesù viene presentato come «pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14), perché «la grazia e la verità vennero per Gesù Cristo» (Gv 1,17). Gesù invita a «fare la verità» (Gv 3,21), perché Dio, il Padre, deve essere adorato «in spirito e verità» (Gv 4,23-24). Conoscere la verità rende liberi (cfr Gv 8,32).
Gesù si presenta come «un uomo che vi ha detto la verità», e per questo cercano di ucciderlo (Gv 8,40). Egli afferma solennemente: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6) e promette di inviare «lo Spirito della verità» (Gv 14,17; 15,26; 16,13).
Pregando per i suoi discepoli, chiede al Padre: «Consacrali nella verità. La tua parola è verità» (Gv 17,17), e vuole che essi siano «consacrati nella verità» (Gv 17,19). Davanti a Pilato, afferma…