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Il contesto dell’articolo. È possibile individuare almeno tre figure di «città» nella rivelazione biblica: la (prima) città di Caino – il quale fugge dalle relazioni fraterne e familiari; Gerusalemme – laboratorio voluto da Dio per mettere a punto esperimenti di nuova fraternità; e la nuova Gerusalemme, la sposa dell’Agnello nell’Apocalisse.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo, dopo il rapido excursus sulle figure bibliche di città, si concentra sulla lettura di un episodio del Vangelo di Luca, nelle cui pagine compare molte volte il termine polis («città»), anche quando si tratta di piccoli villaggi.
L’episodio è quello dell’incontro di Gesù con la vedova di Nain: Lc 7,11-17. Esso appare quasi un vero e proprio studio circa la funzione pubblica che compete alla città degli uomini. Da Caino in poi, infatti, la città produce la morte e la espelle: non è in grado di assorbirla o di mediarla; semmai, potrà essa stessa trasformarsi in una necropoli. Ma adesso quella madre – e la città – è sotto lo sguardo di Gesù: ed è lui che «si commuove», perché la vede «piangere». Cosa cambia?
L’articolo offre così l’occasione di uno squarcio contemplativo sul tema studiato.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Quale tipo di «città» ci mostra il Vangelo di Luca a Nain di Galilea?
- Come cambia quella idea di città alla presenza e sotto lo sguardo di Gesù?
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THE “THREE CITIES” ACCORDING TO THE BIBLE
Starting from a rapid review through three figures of the “cities” in biblical revelation (the city of Cain, Jerusalem and the new Jerusalem), in this article the reflection focuses on the reading of an episode of Luke’s Gospel (the encounter of Jesus with the widow of Nain: Lk 7:11-17), which becomes the occasion for a contemplative glimpse into the studied theme.