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Il contesto dell’articolo. La recente scomparsa del nostro p. Giandomenico Mucci ci ha suggerito di pubblicare un suo articolo che si sofferma appunto sul tema della morte e dei suoi significati nella cultura contemporanea.
Perché l’articolo è importante?
La Nota mostra quanto erroneo e inutile sia lo sforzo di marginalizzare la morte. La società attuale, mentre la esorcizza quasi banalizzandola, ne teme l’ineluttabilità, moltiplica gli studi sul suo carattere medico-biologico e insiste sul modo più opportuno di gestire il lutto. La matrice agnostica di tale cultura non le permette altro né di riconoscerne il valore religioso.
La Nota poi delinea i motivi per i quali la fede cristiana prende sul serio la drammatica realtà della morte, senza averne paura, perché la vive come il momento che dà avvio nel credente al trionfo definitivo ed eterno della risurrezione di Cristo. D’altra parte, per apprezzare la profonda sapienza della concezione cristiana della morte e del morire è necessario innanzitutto sgombrare la mente dalle immagini terrificanti usate, nei secoli passati e fino ai primi del Novecento, dalla pubblicistica devozionale e dalla predicazione quaresimale.
P. Mucci conclude che contrariamente a quanto sostiene Freud, soltanto chi opera sulla terra con lo sguardo rivolto alla vita futura può vivere con impegno la vita presente e le sue fasi alterne.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Qual è il rapporto della cultura contemporanea col tema della morte?
- Quale invece la concezione cristiana della morte?