Dopo il delitto Matteotti, la posizione delle gerarchie vaticane fu generalmente improntata a prudenza; infatti fin dall’inizio ritennero opportuno non intervenire direttamente, preferendo che fosse l’autorità giudiziaria a pronunciarsi. Allo stesso tempo però si sarebbe desiderato che Mussolini, una volta epurato l’entourage governativo e i quadri del partito dagli elementi più torbidi, si applicasse con determinazione a «normalizzare» la vita politica. Ogni soluzione della questione, secondo la Santa Sede, andava però ricercata entro la cornice del sistema politico già esistente, in modo da evitare ogni «salto nel buio». I cattolici popolari, invece, denunciarono con forza il delitto, facendone risalire la responsabilità (non soltanto politica) allo stesso Mussolini.
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LA SANTA SEDE, I CATTOLICI E LA «CRISI MATTEOTTI»
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