|
Il contesto dell’articolo. Da quando il legislatore, nel 2003, ha liberalizzato l’azzardo, tutto è cambiato: l’Italia si è trasformata in uno dei più grandi casinò a cielo aperto del mondo. L’effetto di questa scelta ha portato a un’escalation della dipendenza: è il gioco legale che fa crescere l’illegalità, l’usura, il riciclaggio di denaro e l’estorsione, non il contrario.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo riporta e analizza i dati più significativi sul fenomeno del gioco d’azzardo. Nel 2017 gli italiani (circa 18 milioni di giocatori) hanno giocato 101,8 miliardi di euro, mentre nel 2006 la spesa non superava i 35 miliardi. In pochi anni la cultura dell’azzardo si è diffusa persino nei più piccoli e sperduti centri abitati. Anche i costi amministrativi e sociali sono ingenti: si parla di circa 6 miliardi di euro per interventi ambulatoriali psicologici, ricoveri, medicine, la perdita di rendimento, il costo sociale dei divorzi, i fallimenti, le conseguenze delle violenze familiari e sociali che il gioco provoca.
L’articolo mostra così perché il gioco d’azzardo e la crisi sociale sono diventate due facce della stessa medaglia: rappresentano il sintomo e la conseguenza di una cultura che si affida alla sorte e rifiuta il sacrificio, e che ha prodotto una crepa nella vita comune.
Infine, l’articolo si sofferma su ciò che si può fare a livello istituzionale e popolare. Il Parlamento è chiamato ad affidare più potere ai sindaci, vietare la pubblicità, permettere ai giocatori patologici di essere curati, costituire un tavolo di confronto pubblico con i soggetti del settore. Come cittadini, è possibile premiare gli esercizi commerciali che scelgono di non promuovere l’azzardo e tutelare i loro clienti.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Quali le cause dell’esplosione della cultura dell’azzardo in Italia negli ultimi 20 anni? Perché è anche una minaccia alla coesione sociale?
- È possibile neutralizzare e spezzare questa ragnatela, pensata come prelievo fiscale indiretto?
***
GAMBLING’S WEB
Gambling and the social crisis have become two sides of the same coin, for they represent the symptoms and the consequence of a culture that relies on fate and refuses to acknowledge sacrifice. In just a few years the web of the culture of gambling has spread to even the smallest and most remote towns, to wherever there are bars, betting shops and tobacconists. There are 366,399 slot machines scattered throughout Italy, one for every 161 citizens, and 3,600 “scratch cards” are sold every minute. The Italian Parliament is called upon to heal this scourge with the following steps: to entrust more power to local mayors; to prohibit advertising; to facilitate the treatment of people addicted to gambling; and, a public discussion with the key players of the sector. Those businesses that choose not to promote gambling and protect their customers should be chosen by customers, over those who do not.