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Il contesto dell’articolo. Nell’ultimo lavoro discografico, intitolato Ballate per uomini e bestie, Vinicio Capossela, rifacendosi al Decameron boccaccesco e all’antico modo di narrare le storie in epoche violente e drammatiche, da una parte racconta la contraddittorietà e la banalità di questa epoca e, dall’altra, suggerisce profeticamente alcune modalità di vita che suscitano una speranza intrisa di umiltà.
Perché l’articolo è importante?
Innanzi tutto, l’articolo presenta ai lettori de La Civiltà Cattolica il lavoro e la musica di Vinicio Capossela, e la sua profonda capacità di ricondurre a una personale unità e armonia l’eterogeneità degli infiniti aspetti musicali e compositivi. Nello specifico di questo lavoro, i testi si rifanno al mito, alle cronache, ai Vangeli, alla denuncia, ai bestiari, alla filastrocca, al poema, ai fioretti. Per quanto riguarda i generi musicali, egli si ispira alla ballata, alla musica medievale e antica, al folk, al rock fino al punk.
Poi, p. Zonta, entra nel commento dei brani. Da quello di apertura, «Uro», in cui il cantautore – immaginandosi di fronte alle pitture rupestri delle grotte di Lascaux – mostra l’attimo in cui l’essere umano s’innalza rispetto a se stesso, attraverso il primo gesto artistico. È un atto che comprende una percezione del senso del sacro, una visione della realtà che non si limita a scoprire e cacciare la preda. Poi in «Il povero Cristo» Capossela suppone l’«impossibile realizzazione della buona novella». Nel terzo brano dell’album, «Peste», Capossela mostra come l’odio attuale che emerge anche nei social media sia come la peste del Trecento che intaccava e si espandeva con estrema velocità. Eppure, se l’album appare, dai primi brani, di carattere cupo, caustico, disperato, nella parte centrale e finale presenta delle canzoni che recuperano il senso radicale della speranza e della profondità dell’esistenza. Come «Perfetta letizia» e «La lumaca».
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- In un tempo in cui prevalgono l’esclusione, lo stigma, l’accanimento feroce dei giudizi, è possibile immaginare uno spazio per tutti, in cui la differenza diventi un’armonia? E come?
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THE BALLADS FOR LIFE BY VINICIO CAPOSSELA
In his recently released record, entitled Ballate per uomini e bestie (Ballades for Men and Beasts), Vinicio Capossela references Boccaccio’s Decameron, and the ancient way of telling stories in violent and dramatic times. On the one hand, he recounts the contradictory and banal nature of our present era and, on the other, prophetically suggests certain approaches to life that arouse a hope imbued with humility.