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L’11 novembre di quest’anno è ricorso il centenario della nascita di Kurt Vonnegut, considerato uno dei più grandi scrittori del periodo d’oro della fantascienza. Insieme a Isaac Asimov, Philip K. Dick, Ray Bradbury, Arthur C. Clarke, Frank Herbert, H. G. Wells e Edgard Rice Burroughs – per citare solo i più grandi e noti – egli ha dato forma ai nostri sogni e ai nostri incubi, con storie e situazioni che sono entrate nel nostro immaginario collettivo e hanno generato storie ulteriori, sui piccoli e grandi schermi.
Vonnegut nacque a Indianapolis l’11 novembre del 1922. La sua famiglia apparteneva alla borghesia colta, ricca e sofisticata dell’emigrazione tedesca americana, che conobbe un tracollo con la «Grande depressione» del 1929.
Dopo gli studi presso la Shortridge High School, dove scoprì la passione per il giornalismo, quando venne il momento di scegliere gli studi universitari, la pressione del fratello e del padre lo spinse a scegliere il corso di biochimica e di tedesco presso la Cornell University di Ithaca, nello Stato di New York.
Due tragedie – non le uniche nella sua vita – lo attendevano: la morte per suicidio della madre, incapace di reggere la delusione del crollo sociale, e l’esperienza della guerra. Nel gennaio del 1943 Kurt decise di abbandonare sua sponte gli studi e di partire come soldato volontario di fanteria.
La sua esperienza militare fu breve e tragica. Si arruolò nel marzo del 1943. Tra l’arruolamento e la partenza per l’Europa, visse la tragedia della morte della madre, suicidatasi nel giorno della Festa della mamma, senza alcun biglietto di spiegazione o di saluto. Questo evento segnò fortemente Kurt, che dell’assurdità della vita fece un tratto o elemento ricorrente della sua scrittura.
Vonnegut sbarcò sul continente, a Le Havre, il 6 dicembre del 1944. Catturato dai tedeschi dopo la battaglia delle Ardenne, fu condotto prigioniero a Dresda il 12 gennaio, poche settimane prima del bombardamento della città da parte delle forze aeree americane e inglesi, che la rasero al suolo…
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KURT VONNEGUT, “THAT’S HOW LIFE GOES.” The centenary year of his birth
November 11th this year marked the centenary of the birth of Kurt Vonnegut, who is considered one of the greatest writers of the golden age of 20th century science fiction. Through the presentation of four of his novels – including Slaughterhouse Five, his most famous work – the article aims to illustrate the author’s power, style and creativity, deeply connected to the crucial issues of his time. Versatile, eclectic in the styles and tones used within his stories, paradoxical and ironic, Vonnegut refused to be confined within the fenced-in territory of science-fiction and pigeon-holed within the profile of the genre writer. He became a critical voice in the face of the crucial issues of his time: war, social injustice, exploitation, and the unequal distribution of wealth.