
Introduzione
Innanzitutto dobbiamo notare l’assenza di ricerche sul pensiero giuridico dei papi e osservare che gran parte dei dibattiti recenti e contemporanei nella Chiesa latina occidentale e in altre Chiese e Comunità cristiane ruotano attorno a ciò che si intende per «dottrina» e «pastorale» per quanto riguarda l’adesione alla legge canonica e, in generale, all’insegnamento e alla pratica cristiana.
In questo articolo vorremmo mostrare che l’asse dottrinale-pastorale fornisce uno strumento fondamentale per individuare, e quindi per comprendere, i recenti inviti a sviluppare entrambi i termini. Infatti essi forniscono la chiave per interpretare i «segni dei tempi», ovvero un perenne appello – soprattutto della Chiesa cattolica – a riconoscere l’iniziativa di Dio nelle vicende umane.
Il particolare asse di cui parliamo è contraddistinto da un problema semplice: la «dottrina» è vista come praticamente immutabile e può ricevere aggiunte solo tramite approfondimenti, mentre la «pastorale» è vista come una realtà rispondente ai bisogni vissuti dei fedeli cristiani e di altri. I dibattiti recenti e attuali nella Chiesa cattolica avvengono quando l’una entra in conflitto con l’altra. Perciò cercheremo di illustrare queste discussioni esaminando il pensiero giuridico degli ultimi tre papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.
Le loro idee (pubblicate) forniscono un resoconto molto interessante
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