
Mentre gran parte dell’attenzione del mondo è focalizzata sull’invasione russa dell’Ucraina e sulla difesa della nazione aggredita, l’Asia Nord-orientale si avvicina al settantesimo anniversario (27 luglio 2023) dell’armistizio che ha posto fine alla guerra di Corea, ma a cui non ha fatto mai seguito un trattato di pace che faccia subentrare i termini di un negoziato alle relazioni belliche: un dato di fatto importante per gli attuali rapporti tra Corea del Nord e Corea del Sud, così come tra Stati Uniti e Cina.
Dopo gli accordi della Conferenza di Potsdam del 1945, in virtù dei quali i sovietici avrebbero accettato la resa del Giappone a nord del 38° parallelo e gli Stati Uniti avrebbero fatto altrettanto a sud di quel confine, l’ateismo antireligioso e irremovibile del comunismo trovò un fertile insediamento nella Corea del Nord e perseguitò la Comunità cattolica. Successivamente ebbero luogo severe politiche anticomuniste dei governi sudcoreani, guidati prima da Syngman Rhee e poi da Park Chung Hee. La visita in Corea di papa Giovanni Paolo II nel 1984, in occasione del 200° anniversario della fondazione della Chiesa cattolica in quella terra ha rinnovato un entusiasmo per l’evangelizzazione della Corea, che progressivamente si è evoluto nella consapevolezza che il perdono reciproco e la riconciliazione tra Nord e Sud fossero componenti inseparabili di tale evangelizzazione.
In questo articolo intendiamo parlare dell’impegno con cui la Chiesa cattolica e altri cristiani si adoperano per la riconciliazione nella Corea e nel Nord-est asiatico, in particolare dopo la visita di papa Francesco, avvenuta nel 2014. Descriveremo le vie seguite dagli artefici di questo impegno, dovendo confrontarsi con i tumultuosi cambiamenti che le relazioni e le politiche tra Nord e Sud hanno subìto nel corso di questo periodo, e in particolare nel contesto della crisi attuale che ha condotto a una regressione geopolitica verso una rinnovata guerra fredda tra superpotenze nel Nord-est asiatico.
Relazioni recenti tra le due Coree
In Corea, le relazioni tra Nord e Sud, che avvengono nell’area più pesantemente militarizzata del mondo, sono state sottoposte a forti cambiamenti. Gli Stati Uniti considerano la Cina e la Russia i principali rivali e mantengono tuttora nella regione un gran numero di basi, in cui sono stanziati migliaia di soldati in Giappone (più di 50.000) e in Corea del Sud (circa 27.000). Spicca quella che è stata definita «la più grande base statunitense al di fuori degli Stati Uniti»[1]. La portata della militarizzazione intorno alla penisola
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