Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». (Gv 16,12-15)
La Chiesa ci invita a dedicare una domenica alla solennità della SS. Trinità: di per sé ogni domenica è celebrazione in onore della Trinità, ma in questo giorno si vuole indirizzare la nostra attenzione sul mistero di comunione che abbraccia il Padre, il Figlio Gesù, lo Spirito, ma in modo particolare unisce anche noi tutti a loro.
La prima lettura dal libro dei Proverbi presenta la Sapienza di Dio che esiste prima di ogni sua opera e che si manifesta nella creazione. La Sapienza, architetto della creazione, si rallegra con Dio per la bellezza delle sue opere: quando fissava i cieli, quando stabiliva i limiti delle acque, quando poneva le fondamenta della terra. Sembra quasi che la Sapienza danzi di gioia davanti alle meraviglie dell’universo, «ponendo le sue delizie tra i figli dell’uomo» (Pr 8,31). Qui si può cogliere un aspetto del mistero della Trinità: la Sapienza divina è un dono per noi, è in relazione con la bellezza della vita, vuole la nostra realizzazione e la nostra gioia.
Il Vangelo ci presenta lo «Spirito di verità», che ci guida alla verità tutta intera: Dio Padre ha preparato un popolo perché lo accogliesse; è venuto in mezzo alle sue creature con il Verbo che si è fatto carne, continua la sua presenza con lo Spirito. La sua verità ci indica la parola del Signore Gesù, il Vangelo da vivere, la via da seguire, la vocazione da realizzare, la croce da accettare, la vita nuova da abbracciare; in tal modo smaschera anche la menzogna da cui dobbiamo quotidianamente guardarci. Il Padre è uno con il Figlio e con lo Spirito, poiché ha la stessa vita, lo stesso amore, la stessa volontà di salvezza. La vita intima di Dio è dunque una relazione fra le tre persone, che sono uno nell’amore, ma la loro unione si rivela nel modo in cui si
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