
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia». (At 2,1-9)
Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre». (Gv 14,15-26)
La Pentecoste, nella storia della Chiesa nascente, rappresenta il culmine del tempo pasquale e il compimento della storia della salvezza: gli stessi verbi degli Atti stanno ad indicare un evento straordinario ed unico, che Luca racconta servendosi delle immagini abituali per descrivere una teofania. «Mentre il giorno di Pentecoste stava compiendosi [plêroõ…], quasi un vento che si abbatte impetuoso […] riempì [eplêrosen] tutta la casa. […] Tutti furono colmati [pimplêmi] di Spirito Santo» (At 2,1-4).
La Pentecoste (in greco il termine indica il numero 50) cade nel cinquantesimo giorno dopo la Pasqua: sono passati 40 giorni dalla risurrezione di Gesù, in cui egli ha istruito i discepoli, e dopo altri 10 giorni cade la festa di Pentecoste, la festa del raccolto delle messi, del dono di Dio che dà la vita. Israele ha trasformato l’evento in festa della Legge, poiché l’uomo non vive di solo pane ma della Parola di Dio e della sua giustizia (cfr Lc 4,4; Dt 8,3). La Pentecoste diviene così la festa più importante dell’anno, la festa delle feste (per inciso: nei paesi protestanti, come da noi a Natale e a Pasqua, il lunedì che segue è ancora festa di Pentecoste).
Che cosa sarebbe la Chiesa senza la Pentecoste? «Senza lo Spirito Santo, Dio sarebbe lontano, il Cristo un personaggio del passato, il Vangelo una lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità un potere, la missione qualcosa di propagandistico, il culto un residuo arcaico, l’agire morale un agire da schiavi…» (così il patriarca Atenagoras).
Che cosa realizza la Pentecoste? «Rende presente in noi il Cristo risorto, il Vangelo diventa potenza e vita di Dio, la Chiesa realizza la comunione trinitaria, l’autorità si trasforma in servizio, la liturgia diventa memoriale della Pasqua, l’agire umano è segno divino» (Atenagoras).
La Pentecoste è dunque il compimento della Pasqua in ciascuno di noi, la realizzazione della libertà dei figli di Dio, l’essere testimoni – forse piccoli, ma autentici – dell’amore di Dio nella vita quotidiana.
Come gli apostoli, riuniti in preghiera con Maria, madre di Gesù e madre nostra, ricolmi dello Spirito, iniziarono a parlare la lingua che tutti capiscono, così anche noi siamo chiamati a parlare la lingua che tutti afferrano, anche senza le parole: è la lingua di chi fa della propria vita un dono all’altro, la lingua di chi ama con il cuore di Dio, di chi è segno di comunione senza timori o discriminazioni; dove la comunione non è uniformità, ma rispetto di tutti nella propria originalità.
Lo Spirito ci fa quindi persone nuove, capaci di uscire dalla propria vita; persone che con coraggio vivono nel mondo e per il mondo, e – nonostante la fragilità, i limiti e la nostra povertà – testimoniano il Signore che è morto e risorto, e comunicano la gioia e il dono della Pentecoste.
La Pentecoste rafforzi la nostra preghiera per la pace!
Preghiera allo Santo Spirito: Vieni, Santo Spirito,manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni luce dei cuori.