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Questo volume è l’ottavo working paper della Fondazione “Caritas in Veritate”, pubblicato il 31 agosto 2017 e presentato il 14 settembre alle Nazioni Unite, a Ginevra. Redatto da un gruppo di esperti, analisti e professori, vuole fornire una prospettiva cattolica per quanto riguarda il diritto all’acqua.
Il libro mostra come l’acqua sia un dono della creazione, elemento necessario per la sopravvivenza della vita umana e dell’ambiente. Per questo ogni uomo possiede un diritto inalienabile ad essa, come pure una responsabilità altrettanto inalienabile per quanto riguarda la gestione e il consumo di essa.
Nella presentazione del volume all’Onu, Léo Heller ha affermato che quello relativo all’acqua è uno dei pochi diritti esplicitamente menzionati nei Sustainable Development Goals (SDGs). In effetti, l’acquisizione del diritto all’acqua è necessaria per raggiungere l’obiettivo dell’Agenda Onu 2030 di Leaving No One Behind.
Nel libro si sottolinea come molti documenti della Chiesa – dalla dottrina sociale a numerose encicliche – attestino l’importanza fondamentale dell’acqua. Inoltre, si fa notare che dal 2003 essa ha rivestito un’importanza crescente fra le iniziative e le priorità della comunità internazionale, specie per quanto riguarda la lotta alla povertà e all’ingiustizia sociale, la conservazione degli ecosistemi, le risorse rinnovabili e quelle non rinnovabili. Ciò è stato messo in risalto dalla UN Water for Life Decade (2005-2015), dalla Risoluzione 64/292 dell’Assemblea Generale dell’Onu – «The Human Right to Water and Sanitation», adottata il 28 luglio 2010 –, dall’Agenda Onu 2030 e dai Sustainable Development Goals. Tuttavia, le radici di queste idee sviluppate nel contesto giuridico, politico e diplomatico internazionale risalgono alla seconda metà del XX secolo.
Nel secondo capitolo, Rose Osinde Alabaster, responsabile della Regione africana per WaterLex, ricorda che «il concetto di requisiti minimi di quantità di acqua per soddisfare i bisogni umani fondamentali è stato stabilito per la prima volta nella Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua, che si svolse in Argentina nel 1977» (p. 40). L’anno precedente, la Conferenza delle Nazioni Unite sugli insediamenti umani, tenutasi in Canada, aveva riconosciuto il ruolo essenziale dell’acqua nei processi di sviluppo e di cooperazione internazionale, facendo rientrare questo bene nelle questioni chiave del diritto internazionale. Da qui la decisione dell’Assemblea Generale dell’Onu di proclamare l’International Drinking Water Supply and Sanitation Decade (1981-1990).
Man mano che la questione dell’acqua diventava centrale nel diritto internazionale, si è affermato il concetto di Integrated Water Resources Management (Iwrm), che si basa sulla decentralizzazione della gestione delle risorse idriche al livello delle comunità locali. Il valore della partecipazione locale è stato ufficialmente sancito, nel 1992, nel Dublin Statement on Water and Sustainable Development, per poi essere ribadito, nel 2004, nelle Berlin Rules on Water Resources. I negoziati per riconoscere l’acqua come un inalienabile diritto umano nella cornice del diritto internazionale hanno portato al General Comment n. 15 del Comitato per i diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite, che nel 2002 ha stabilito che gli Stati devono rendere prioritaria la disponibilità di risorse idriche atte a prevenire fame e malattie nelle proprie popolazioni.
Il 20 aprile 2010 c’è stata la dichiarazione della Corte di giustizia internazionale, in cui venivano affermati il valore della protezione ambientale e un’equa gestione delle risorse idriche. Nel 2015 l’Assemblea Generale dell’Onu ha adottato una risoluzione non vincolante concernente i diritti umani di safe drinking water and sanitation come componenti essenziali per il diritto a livelli di vita adeguati e al godimento di tutti gli altri diritti umani. Infine, gli sforzi della diplomazia e della cooperazione internazionale hanno portato, nel dicembre 2016, all’adozione unanime, da parte dell’Assemblea Generale dell’Onu, della UN International Decade for Action – Water for Sustainable Development (2018-2028).
Il libro è dunque un prezioso strumento per mostrare gli intrecci esistenti fra il diritto all’acqua, il diritto internazionale e le molteplici sfide del nostro tempo: la gestione, la privatizzazione e il commercio delle risorse idriche; i conflitti fra Stati e fra comunità; le migrazioni; la crescita della popolazione, dell’urbanizzazione globale e dei bisogni alimentari, energetici e abitativi; i cambiamenti climatici.
Water and Human Rights. A Catholic Perspective on the Human Right to Water
a cura di ALICE DE LA ROCHEFOUCAULD – CARLO M. MARENGHI
Chambésy, The Caritas in Veritate Foundation, 2017, 214, s.i.p.