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ABSTRACT – L’Irlanda, che papa Francesco verrà a visitare il 25 e 26 agosto prossimo, è in rapida evoluzione. È rimasta fuori dalla modernità e ora è lacerata dalla tensione tra una generazione che si trova a proprio agio nel relativismo morale prodotto dalla postmodernità e dalla globalizzazione, e un’altra generazione, più vecchia, che conserva la fede e i precetti della tradizione cattolica.
Durante il «lungo XIX secolo», quando nel resto d’Europa si diffondevano l’industrializzazione, l’urbanizzazione e la secolarizzazione e si rigettavano i precetti della tradizione, l’Irlanda – e in particolare l’Irlanda cattolica – aveva altro di cui occuparsi. Mentre alcuni Paesi tradizionalmente cattolici cominciavano a mettere in discussione la preminenza della Chiesa, i cattolici irlandesi diventavano più attivi e più fedeli. I motivi risiedono in particolari ragioni storiche. In particolare, con la colonizzazione inglese del XVII secolo – opera di un miscuglio di aderenti alla Chiesa anglicana, presbiteriani provenienti dalla Scozia, quaccheri e altri dissidenti, che tuttavia per lo più restavano fedeli alla corona britannica – i leader indigeni che parlavano il gaelico furono sconfitti ed espropriati. Per l’antica cultura autoctona di cui era portatrice la lingua gaelica, ormai vietata, cominciò un grave declino. In tali circostanze, la fedeltà alla Chiesa cattolica divenne una caratteristica fondamentale dell’identità irlandese, così come l’impegno religioso. Come ha affermato Patrick Corish, «è un dato di fatto che quando gli irlandesi perdettero un’identità, ne trovarono un’altra, e quell’identità fu il cattolicesimo».
Ancora negli anni Cinquanta del XX secolo, chi cresceva da cattolico mostrava orgoglio e fiducia nella Chiesa. C’era la convinzione che il cattolicesimo irlandese fosse più forte e più fedele di quello di qualsiasi altro Paese. Non per nulla, il seminario nazionale di Maynooth era il più grande del mondo.
Quella stessa Chiesa irlandese, fino a poco tempo fa fortissima, rispettata e prolifica di missionari, a volte – anche per via dello scandalo degli abusi sessuali – appare oggi assediata e umiliata, sebbene svolga tuttora un ruolo importante nel sistema educativo, e sia il gestore-proprietario del 90% delle scuole elementari.
Eppure in ogni parrocchia irlandese ci sono molti cattolici fedeli e gioiosi, che conducono una vita feconda di preghiera e di servizio. E sempre più spesso i laici impegnati si assumono responsabilità nella missione della Chiesa.
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IRELAND BETWEEN THE PAST AND THE FUTURE
The Ireland that Pope Francis will visit August 25-26, is a rapidly evolving country. For a long time excluded from modernity, it is now torn by a tension between a generation which is at ease in the mediatised postmodernity, and another generation, an older one, linked to the Catholic tradition. The Irish Church, until recently very strong and respected, today sometimes – even because of the sexual abuse scandal – appears besieged and humiliated. Yet in every Irish parish there are many faithful and joyful Catholics who lead a fruitful life of prayer and service. The Author is bishop of the diocese of Raphoe, in the province of Ulster (Éire).