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Non si può che salutare con grande apprezzamento l’uscita in lingua italiana di questo libro di Peter Kleponis, psicologo e psicoterapeuta, autore di diversi saggi sul tema della dipendenza pornografica. L’autore ha anche un blog, dove è possibile trovare proposte terapeutiche di aiuto a «uscire dal tunnel».
Un altro pregio del libro è la stretta unione tra percorso psicologico e cammino di fede. Essi non sono mischiati o sovrapposti, ma si rimandano vicendevolmente. Come l’autore fa più volte notare, il dipendente si punisce con il cybersex e si giudica sempre più sporco e indegno, ritiene che nessuno, neppure Dio, potrà accoglierlo per come è. È la dinamica del senso di colpa che è spesso per lui l’ostacolo più forte a intraprendere un cammino di liberazione dalla dipendenza, ritenendosi ormai prigioniero della pornografia.
Il libro è suddiviso in due parti principali. Nella prima si mostrano le dinamiche della pornografia e i suoi effetti disastrosi nelle varie categorie di persone (uomini, donne, bambini, mariti, mogli, religiosi e preti), mostrando come nessuno sia automaticamente immune da tale problema. Le conseguenze finali sono però comuni: senso crescente di rabbia, incapacità di concentrarsi, di svolgere un lavoro in maniera continuativa, paralisi delle relazioni e degli interessi, diminuita potenzialità sessuale, tracollo economico… Una cosa in particolare colpisce nella presentazione degli effetti: il cybersex infetta la mente e la vista, porta a vedere ogni persona come possibile oggetto pornografico.
Da qui la proposta della seconda parte, la sezione senz’altro più originale e interessante del libro. Degno di nota in particolare è il cap. X («L’integrità inizia ora!»), che presenta sette punti per un possibile cammino terapeutico, tenendo conto della diversità di situazioni in cui si trovano le persone. Kleponis rileva l’importanza di entrare a far parte di un gruppo di aiuto, perché dalla dipendenza si può uscire solo insieme.
Come per il percorso degli Alcolisti anonimi, il primo punto (riconoscere di avere un problema e di essere incapace di farvi fronte) è il più importante e insieme il più difficile. Qui giocano molto la vergogna e il timore del giudizio degli altri. Rassicurare su entrambe le paure è fondamentale, perché si tratta di timori comprensibili, ma irreali. Nel momento in cui si mette piede nel gruppo, ci si trova in presenza di altri che sono nella medesima situazione. Ma proprio per essere passato per le medesime fragilità e problematiche, il gruppo si rivela come un potente supporto per uscire dalla dipendenza, specie nel primo periodo, costellato di ricadute e momenti di sconforto.
L’autore evidenzia anche l’importanza di un cammino di fede, che è un aiuto prezioso per proteggersi e riconciliarsi con gli altri, con se stessi e con Dio. Ricordando le testimonianze amare di molte mogli, il cybersex è una forma di tradimento e di svalutazione del coniuge, che attribuisce le frequentazioni online al proprio non essere più attraente e degno di considerazione.
Disintossicarsi dalla dipendenza significa anzitutto intraprendere un cammino di conoscenza della sessualità nei suoi aspetti più belli e profondi, sostenuto dalla castità, virtù indispensabile per vivere l’affettività in maniera soddisfacente. La purezza dello sguardo, condizione fondamentale per ritornare a gustare una relazione bella e libera con le persone, richiama l’attualità dell’insegnamento evangelico: «Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt 5,28).
Leggendo le pagine dedicate ai gruppi parrocchiali che periodicamente si incontrano negli Stati Uniti, non si può fare a meno di pensare di quanto sarebbe importante che anche nella Chiesa italiana venisse elaborato un programma pastorale capace di entrare in merito a tali problematiche, specie nei confronti di bambini e adolescenti. Non a caso essi sono il mercato prediletto della pornografia online (un ragazzo entra a contatto con la pornografia in media a 11 anni), perché in tal modo ci si è assicurati un cliente per tutta la vita, ma a un prezzo terribile: il furto dell’infanzia, dei sogni e dei passatempi propri dell’età, preclusi per sempre.
La ritrosia a parlare di queste tematiche per timore di sconvolgere menti ignare è, oltre che falsa, deleteria: l’esperienza dimostra invece che affrontare un problema in maniera appropriata e competente favorisce il senso critico e la libertà di scelta. Imparando a proteggersi. Come è accaduto per la maggior parte dei problemi che affliggono la società, il silenzio è la strategia peggiore, perché alimenta il gusto del proibito, terreno sempre fertile del vizio.
PETER C. KLEPONIS
Uscire dal tunnel. Dalla dipendenza da pornografia all’integrità
Crotone, D’Ettoris, 2019, 400, € 23,90.
Betty Varghese