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Non è frequente imbattersi in pubblicazioni che hanno come obiettivo la riscoperta di un aspetto sottovalutato, o comunque dimenticato, di un grande pensatore dai più conosciuto sotto altra veste e per l’esplicitazione di altre competenze cognitive. È il caso di questo interessante libro scritto a due mani da Gilberto Seravalli, già docente di Economia dello sviluppo all’Università di Parma, e da Alberto Schena, teologo e traduttore. Essi si propongono di offrire al lettore una ricostruzione del pensiero economico del gesuita canadese Bernard Lonergan, che è considerato uno dei più brillanti pensatori del XX secolo. Formatosi nel solco del pensiero di san Tommaso d’Aquino, egli è stato docente di Teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, ad Harvard e al Boston College. Questo libro delinea un percorso di valorizzazione del suo pensiero economico, espresso in vari scritti e che finora non ha trovato un’accoglienza adeguata presso il mondo accademico e quello degli economisti.
Fatta questa premessa, si può stilare un primo giudizio di merito per i due autori. che si sono impegnati in questa opera di ricostruzione del pensiero economico di Lonergan nei suoi diversi profili e, in particolare, nel far emergere il nesso tra la distribuzione del reddito e lo sviluppo economico nell’ambito di un’impostazione di stampo neokeynesiano. In questa ricostruzione colpisce la sottolineatura, da parte di Lonergan, di un uso intelligente delle risorse disponibili, accompagnato da elementi di creatività innovativa e da un spiccato senso dell’inclusione sociale. Il tutto si traduce in una visione complessiva, in cui, accanto alla realizzazione dei profitti imprenditoriali, si colloca uno spazio adeguato per l’aumento dei salari della manodopera occupata.
In questo modo Lonergan, secondo i due autori, traccia una «via alta» allo sviluppo economico nel segno di una maggiore equità sociale, contrapponendosi alla «via bassa», spesso presente nella società contemporanea, dove il capitale e il lavoro sono elementi rappresentati in posizione conflittuale e la stessa scienza economica viene etichettata come una «scienza triste».
La visione di Lonergan induce, invece, a un atteggiamento meno arcigno: da un lato, riconfermando quel nesso tra etica ed economia che affonda le proprie radici in una tradizione plurisecolare (da Adam Smith in poi); dall’altro, offrendo agli attuali decisori politici un percorso di sviluppo economico concretamente fattibile.
L’impianto del libro si articola in tre parti: la prima, nella quale il pensiero di Lonergan è sottoposto al vaglio dell’indagine economica, e alla quale è anche legata un’interessante appendice dedicata al tema dell’inflazione, uno dei problemi più sentiti nella letteratura economica del secolo scorso; la seconda, nella quale si privilegia una chiave di lettura teologica, per poi approdare alla terza parte di interconnessione e sintesi tra le due precedenti.
Un percorso intellettuale decisamente impegnativo e stimolante, sul quale si può condividere il giudizio espresso dai due autori.: «Le sue idee appaiono tutt’altro che assurde nel panorama di un dibattito che oggi deve partire dai gravi fallimenti del pensiero neoliberista» (p. 152). Aver posto in evidenza questo dato non soltanto suscita il giusto plauso verso l’opera originale dei due autori., ma anche contribuisce a tenere viva la speranza per sovvertire il pessimismo derivante da letture e interpretazioni meccanicistiche dei rapporti economici.
GILBERTO SERAVALLI – ALBERTO SCHENA
Un’utopia «intelligente»: l’economia di Bernard Lonergan s.j.
Torino, Accademia University Press, 2019, 184, € 14,00.