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In che modo ripensare la «questione femminile» in ambito ecclesiale? Il testo di Anne-Marie Pelletier, docente di Sacra Scrittura ed ermeneutica all’École cathedrale di Parigi, solleva alcune domande fondamentali, necessarie per avviare una riflessione su un tema complesso, che richiede oggi un’attenta e rigorosa analisi.
Il punto di partenza dell’A. è un ampio e veloce sguardo sulla realtà delle donne in Occidente, ma l’attenzione viene spostata subito sulla vita delle donne nella Chiesa odierna come segno dei tempi.
La prima parte del libro si concentra sulla questione ecclesiologica, ricompresa nell’orizzonte del primato della Scrittura, in modo particolare dei Vangeli. Gesù «vede le donne ed esorta a vederle» (p. 27), superando il destino di misconoscimento e ostilità che aveva caratterizzato la relazione tra i sessi. Per la Pelletier, è fondamentale la rielaborazione di questo dato evangelico attraverso l’affermazione paolina di Gal 3,28: «Non c’è maschio e femmina». La verità dell’incontro tra uomo e donna è assunta nel Figlio, e questo costituisce il compito della Chiesa del nostro tempo: riportare alla luce una relazione originaria, nella sua autenticità, al di là della complessa coesistenza, nella storia ecclesiale, di misoginia e dinamismo della femminilità cristiana.
La via da percorrere allora è anzitutto quella di una revisione del punto di vista della sacramentalità nella Chiesa. In questo senso, è necessario recuperare il valore del sacerdozio battesimale. Per evitare una connotazione di normalità, la Pelletier preferisce l’espressione «sacerdozio esistenziale» a quella di «sacerdozio comune». Si tratta di ricollocare tale sacerdozio nel suo significato più proprio, al di là di giustapposizioni o contrapposizioni con il sacerdozio ministeriale.
Il riferimento al testo della Lumen gentium n. 10 sottolinea esattamente la differenza di essenza, e non solo di grado, tra sacerdozio ministeriale e sacerdozio battesimale. Il sacerdozio ministeriale è primario e secondario ad un tempo. Infatti esso dipende da un’economia dell’altro, dalla kenosis di Cristo. La visibilità e il valore del sacerdozio battesimale costituiscono così il modo in cui le donne nella Chiesa possono uscire da una presenza invisibile: «Chiediamoci: quale visibilità ci può essere per le cristiane? Quella appunto del sacerdozio battesimale» (p. 44).
Nella seconda parte del libro l’A. descrive anzitutto la preoccupazione ricorrente del Magistero – da Paolo VI a Giovanni Paolo II, sino a papa Francesco – per la questione femminile. Questo dato non elimina una prassi che ancora vede le donne dominate da un potere maschile che si confonde con l’autorità sacerdotale. Quindi solo un’ecclesiologia battesimale e non clericale può favorire un percorso di trasformazione e conversione, di ritorno a una prospettiva evangelica.
Nella parte finale del libro, analizzando una modalità femminile di vivere la fede, la Pelletier valorizza alcuni aspetti, come l’ascolto prima del discorso, la resistenza all’oscurità e la consolazione e l’audacia dell’amore. D’altra parte, il cammino verso il futuro della questione femminile nella Chiesa richiede di riconsiderare le origini. Per questo l’A. si sofferma sul secondo racconto della creazione (Gen 2,4b–3,24), e in particolare sul versetto 23 del capitolo 2. La descrizione del femminile apre qui una riflessione interessante: la relazione uomo-donna, riletta attraverso l’esegesi di André Wénin, non emerge ancora come dialogo con l’alterità del femminile. In altri termini, è possibile osservare che in questo racconto della creazione è l’uomo a parlare della donna in terza persona; la donna non è ancora un «tu» e, da parte sua, non prende la parola, ma si lascia «dire» dall’uomo.
Il problema allora si presenta in tutta la sua profondità non come problema della donna, ma come problema dell’uomo-donna. Si tratta di ripensare cioè una relazione che ridisegni l’identità di entrambi. Per questo l’A. propone una riflessione che riconsideri la donna come interlocutrice, e la relazione uomo-donna mediante il modello della conversazione.
In ultima analisi, possiamo dire che la cosiddetta «questione femminile» è una questione di relazione e, possiamo anche aggiungere, di dialogo. Quest’ultimo è il luogo della vita, dell’identità che si costituisce nel suo essere, della verità condivisa e accolta, il luogo in cui un’alterità in quanto tale sta di fronte a un’altra.
ANNE-MARIE PELLETIER
Una fede al femminile
Magnano (Bi), Qiqajon, 2018, 96, € 10,00.