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ABSTRACT – Come nel resto del mondo, anche in Africa, i governi, nonostante le rituali promesse elettorali, faticano molto a creare posti di lavoro, in un contesto dove gli sviluppi tecnologici stanno soppiantando gli esseri umani.
I giovani però costituiscono la percentuale più alta delle popolazioni africane. Le attitudini tipiche della loro età vanno orientate verso la creazione di startup che possono espandersi fino a diventare nuove aziende. Molte delle compagnie più importanti oggi – come Google, Facebook, Alibaba e Amazon, solo per citarne alcune – all’inizio erano piccole imprese. Alcuni dei fondatori di tali aziende, infatti, hanno dovuto lasciare il loro lavoro per avviare qualcosa che fosse consono alla loro passione. Lo spirito imprenditoriale si basa sulla convinzione che fare ciò che si ama è più soddisfacente dello spendere il proprio tempo in qualcosa che ha come unico scopo lo stipendio.
E nella gara delle startup, il continente africano non è rimasto a guardare. In ogni angolo delle principali città stanno spuntando centri tecnologici, che notoriamente sono vivai di innovazione. Per esempio, BongoHive, nello Zambia, ha dato vita a circa 60 startup, così come il kenyano iHub vanta oltre 150 startup, per la maggior parte nel settore del software.
A questo punto non si può ignorare che le iniziative del continente a sostegno di questo fenomeno sono però ancora troppo poche e slegate tra loro. In primo luogo, andrebbe incoraggiata la capacità di assumere il rischio. L’imprenditorialità non può prosperare in comunità contrarie al rischio. In secondo luogo, va promosso il senso dell’autoefficacia. I giovani africani devono considerarsi gli artefici del proprio futuro, invece di affidarsi a politici e a datori di lavoro; e devono proteggersi dal potere corrosivo delle narrazioni negative (la schiavitù, il colonialismo e il neocolonialismo che assegnano al soggetto africano la parte di vittima perpetua di forze esterne) e cominciare a guardare a se stessi come a esseri autoefficaci, in grado di plasmare la propria vita nel bene e nel male. In terzo luogo, alle iniziative imprenditoriali dei giovani africani serve il sostegno del capitale. I milionari e i miliardari africani devono interessarsi alle startup emergenti del continente, per aiutarle a crescere fino a diventare nuove creatrici di posti di lavoro. In quarto luogo, si devono aumentare gli investimenti nella ricerca, nello sviluppo e nella progettazione. La maggior parte delle startup di successo si basa su scoperte in varie discipline. Infine, i governi africani devono aiutare i giovani nell’avviare un’impresa. Gli incentivi all’avviamento sono uno dei fattori principali che influenzano il livello delle iniziative imprenditoriali.
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ENTREPRENEURSHIP AND JOB CREATION AMONG THE YOUTH IN AFRICA
Young people constitute the highest percentage of African population demographics. The youth are associated with energy, imagination, playfulness and risk-taking. These qualities can be directed toward entrepreneurial initiatives aimed at procuring new opportunities for young people in Africa; for example, the creation of startups that can expand to become new companies. In fact, following the logic of “creative destruction,” some of the new companies created by young people can lead to new and more efficient ways of doing business in Africa.