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ABSTRACT – A 500 anni dalla scomparsa di Leonardo da Vinci (2 maggio 1519), molti sono ancora i misteri da svelare legati a uno dei protagonisti del Rinascimento italiano e della storia dell’umanità.
Egli rappresenta l’emblema di «omo universale». I campi in cui ha rivelato la sua genialità sono pressoché infiniti. Leonardo fu pittore, scultore, filosofo, disegnatore, scrittore e soprattutto scienziato: matematico, ottico, architetto, ingegnere, fisico, geologo, geografo, botanico. Disegnò un insieme di dispositivi utili e avveniristici. Sapeva suonare la lira e fece perfino alcune composizioni musicali. Leonardo è davvero un genio del mondo moderno, l’uomo della sintesi e dell’unità del sapere, appunto un «omo universale», ma anche l’«uomo dell’analisi», dell’approfondimento rigoroso e sistematico, che studia l’intima relazione tra l’essere umano, la natura e il cosmo. Leonardo era curioso su tutto: una curiosità incontenibile e onnivora, che non si fermava di fronte a nulla.
Per almeno tre secoli, Leonardo fu conosciuto quasi solo come pittore (la Dama dell’ermellino, la Gioconda, l’Ultima Cena, la Vergine delle Rocce ecc.) e pochissimo come scrittore (i Codici) e scienziato. Tra le sue opere pittoriche L’Adorazione dei Magi, iniziata nel 1481, sarebbe rimasta incompiuta, come del resto il San Girolamo e altri suoi dipinti. Questa incompiutezza esprime una caratteristica: è il segno della sua capacità creativa, per cui ogni dipinto o disegno è un’opera viva, aperta, in divenire, mai del tutto compiuta e sempre da perfezionare. Il suo capolavoro, la Gioconda, non lo consegnò mai ai committenti, ma lo portò sempre con sé, nei diversi traslochi da Firenze, Milano, fino in Francia, tra le cose più care, lavorandovi per più di 10-15 anni. Le sue opere erano laboratori vivi, sempre aperti, in fieri, cui aggiungeva di tanto in tanto particolari, paesaggi, sfondi, con una tecnica nuova che gli permetteva di sovrapporre strati di vernice trasparente, in modo da creare effetti originalissimi di atmosfera con la sua luce e ombra.
Se la pittura e la scrittura sono l’espressione di un perfezionismo che non ha limiti, il rapporto di Leonardo con la scienza è segnato dall’universalità dei suoi interessi, dalle infinite invenzioni, dalle intuizioni eccezionali, dalla genialità delle sue scoperte. Non a caso egli si può definire uno «scienziato» ante litteram. Tra le altre discipline egli ha anche una passione smisurata per lo studio dell’anatomia. Tra gli studi anatomici va ricordato «l’uomo vitruviano», che è forse il disegno più famoso del mondo, ma anche il simbolo del Rinascimento, che riflette la concezione dell’uomo nel passaggio tra Medioevo ed Età moderna: l’uomo diviene, a metà tra il divino e il terrestre, un elemento di raccordo, con una novità straordinaria.
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LEONARDO DA VINCI, A “UNIVERSAL” MAN
This year marks the five hundredth anniversary of the death of Leonardo da Vinci (15 April 1452 – 2 May 1519). One of the protagonists of the Italian Renaissance and of human history, he is emblematic of the “universal man”: a man who was able to think critically, and unify knowledge. He represents analytical, rigorous and methodical study, and studied the intimate relationship between human beings, nature and the cosmos. If in the past he was considered a genius because of his paintings, for example, Lady with an Ermine, the Mona Lisa, the Last Supper, the Virgin of the Rocks, from the nineteenth century onward he was re-evaluated as a writer (the Codes) and a scientist. The fields in which he revealed his genius are almost endless, and the charm and the mysteries of an adventurous life are far from being unraveled.