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La felicità è possibile nella scelta di vita religiosa? Questa domanda orienta la riflessione dell’autore, religioso domenicano, in questo libro, frutto di indagini e incontri in vari monasteri e comunità religiose. All’origine della scelta c’è spesso una parola che lascia un segno nel cuore dell’ascoltatore e lo mette in relazione con una dimensione altra, quello che Franz Rosenzweig chiama «l’istante eterno», la manifestazione del regno di Dio nella sua vita (cfr p. 15). La parola per eccellenza è la Bibbia, maestra del cammino, capace di chiarificare il sentimento presente nell’intimo.
La varietà dei testi che la Scrittura presenta racchiude un’altra verità importante: mette di fronte a situazioni della vita sulle quali è importante vigilare, perché potrebbero presentarsi nel corso del cammino successivo, nella maniera più inaspettata, invitando alla docilità nei confronti della grazia di Dio, più grande dei propri pensieri e delle proprie domande. Piuttosto che prospettare le eventuali possibilità, quei testi invitano a fare amicizia con Dio, a stare con lui, affidandogli con generosità il proprio cammino di vita.
La parola da cui nasce l’invito può essere anche quella di un amico, di un educatore, di un’esperienza nella quale si rivela una presenza più grande. Sono segni che però devono essere interpretati, mai da soli, ma con l’aiuto di un accompagnatore, per leggere il libro della propria vita e le domande presenti in essa. Qualora il percorso conduca a una scelta di consacrazione, si tratterà di precisarne il luogo e le caratteristiche, tenendo conto della propria sensibilità personale: «La qualità dei paesaggi, l’equilibrio dell’architettura, l’intensità del silenzio, lo spazio della liturgia o la tonalità della luce […]. S’intuisce che in quel luogo potrà dispiegarsi il meglio del nostro essere» (p. 46). Insieme a tutto ciò, va messa in conto anche la qualità delle relazioni che caratterizzano la comunità, soprattutto se la scelta si orienta a una situazione di non mobilità, come la vita monastica.
Questo però è solo un aspetto della chiamata. C’è un combattimento da affrontare: interiore – contro disordini e tensioni – ed esterno, quando si scoprono limiti e meschinità, giochi di potere. Sono gli aspetti che caratterizzano le disillusioni del tempo successivo, segnato – come ogni realtà – da limiti e mediocrità, che vanno assunti per un cammino di libertà e verità. È quello che l’autore chiama «la notte», esperienza di crisi, ma anche momento forte del percorso vocazionale. Quando la crisi arriva all’inizio del cammino, sarà più forte la tendenza a leggerla in termini di estremismi, ma anche questo è un passaggio indispensabile per entrare nella complessità, propria e di coloro con i quali si condivide la scelta vocazionale.
Una svolta fondamentale in questo percorso sarà soprattutto quella di «riconoscersi simili a quei fratelli e a quelle sorelle “molto mediocri”, riconoscere che si ha bisogno di conversione e di cambiare molte cose nella propria vita» (p. 68). In tale prospettiva, la notte può diventare motivo di purificazione e di maturazione, non negando limiti e fragilità, ma riconoscendo in essi una possibilità di un rapporto autentico con il Signore misericordioso.
La misericordia, infatti, è «la vera differenza cristiana», che non inquadra l’esistenza in termini di dare e avere: nella misericordia «non ci sono più debiti da pagare […]. L’amore di Dio, un amore che è arrivato alla morte di croce, ha cancellato ogni debito» (p. 126). L’esperienza della misericordia, liberamente data e accolta, consente il salto dalla «notte» all’«audacia», al dono di sé, che nasce dal coraggio di accettarsi. In questo senso le prove attraversate rendono forti, perché favoriscono l’umiltà. Il pericolo maggiore, infatti, «non è la difficoltà intravista (la “spina” di san Paolo), ma il fatto di non esserne coscienti e credersi forti» (p. 163).
In queste tappe si concretizza l’utopia della vita religiosa, una delle possibili traduzioni del sogno di Dio sull’umanità, «una vita nella quale Dio si lega agli esseri umani per amore, cosa che li libera dalla paura e dagli idoli» (p. 171).
JEAN-CLAUDE LAVIGNE
Un cammino ancora possibile? La vita religiosa nel nostro tempo
Magnano (Bi), Qiqajon, 2021, 188, € 20,00.