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In questo articolo intendiamo riflettere sullo stile dialogico che – secondo il Magistero, a partire dal Concilio – fonda la teologia e la formazione teologica. Su queste basi, poi esamineremo varie forme di dialogo e di rinnovamento all’interno di una facoltà teologica. La riflessione culminerà in quel dialogo che è teologia docile allo Spirito.
A partire dal Vaticano II
La riflessione sul dialogo e sul rinnovamento inizia con il cambio di paradigma operato nella Chiesa dal Concilio Vaticano II. Con la costituzione dogmatica Dei Verbum (DV) la Chiesa ha posto fine a un atteggiamento che per secoli aveva condizionato il suo modo di fare teologia.
Ci riferiamo a quell’atteggiamento difensivo che, fin dall’avvento della modernità, l’aveva portata a concepirsi come una roccaforte assediata da nemici interni ed esterni. Il Vaticano II ha deciso di interrompere questo percorso che l’apologetica cattolica aveva tracciato da Trento in poi.
La Chiesa ha scelto quindi un tono più dialogico e costruttivo. Il Vaticano II è stato il primo concilio in cui non sono stati pronunciati anatemi. In esso, la rivelazione di Dio viene intesa come la sua autocomunicazione all’umanità e come una chiamata alla comunione con Lui. La Chiesa ormai concepisce se stessa come una realtà dinamica, chiamata a diffondere la buona notizia del Vangelo, rivolgendola a tutti gli uomini della Terra.
Il Concilio Vaticano II ha portato al recupero di una visione più ampia e più corrispondente all’esperienza della Chiesa primitiva: «La sacra tradizione e la sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato a […] tutto il popolo santo, unito ai suoi pastori» (DV 10).
La costituzione pastorale Gaudium et spes (GS) ha spinto la Chiesa a mettersi in dialogo con il mondo, con il presente, con l’umanità intera e, in un tale coinvolgimento, a prendere coscienza di sé, a riscoprire di continuo la sua vera identità. Certamente il dialogo si propone…
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THE RENEWAL OF THEOLOGY AS A DIALOGUE FROM WITHIN
Since the Second Vatican Council, the directives of the Magisterium on the task of theology and theological formation (ecclesiastical faculties) have been oriented towards the acquisition of a dialogical and pastoral style. There are two essential hermeneutical keys that have been found when considering as a priority the kerygma and the poor, as well as the examination of reality, to which a courageous discernment of the “signs of the times” in the light of the Gospel should be applied. In this article, Card. Michael Czerny, Prefect of the Dicastery for Promoting Integral Human Development, rereads the indications of the Magisterium on the theme of formation, in order to indicate, in an ever more open and inclusive dialogue, the path that theological research must take today so as to mature and express full submissiveness to the Spirit.