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Per un istante, il cielo invernale di Roma non ha voluto sorridere come al solito alle generiche bellezze della capitale, ma a quelle più recondite: due preziose mostre romane sul Cinquecento rinascimentale si sono svolte in contemporanea per un breve arco di tempo.
La prima, conclusasi nel gennaio 2022, si è svolta in Vaticano, in occasione delle celebrazioni raffaellesche, ed è stata dedicata ai dipinti raffiguranti i santi Pietro e Paolo, realizzati da fra Bartolomeo e da Raffaello per la chiesa di San Silvestro al Quirinale. L’altra mostra – che si svolge a Roma, presso l’Istituto centrale della grafica, dal 14 dicembre 2021 al 20 marzo 2022 – riguarda i disegni del Pontormo nella collezione Corsini. E come se non bastasse, ai due eventi se ne aggiunge un terzo, che è il nuovo allestimento della Galleria del Cinquecento e Seicento del palazzo Barberini.
Anche se sapevamo che quello che artisticamente nasce a Firenze trova la sua maturazione a Roma, l’essere condotti nel vivo di questo processo tramite tre iniziative di grande spessore non poteva non attirare l’attenzione degli studiosi e dei semplici ammiratori.
In questo articolo ci soffermeremo soltanto su una di queste iniziative, la più recente: la mostra dei disegni di Pontormo, che ci farà risalire alle sorgenti del manierismo, una delle stagioni più affascinanti, e certamente la più controversa, del Rinascimento europeo.
Il «Taccuino» del quale si sapeva poco
Ai piedi del Quirinale, in un luminoso percorso espositivo, vengono presentati i disegni di uno dei protagonisti assoluti del secondo Rinascimento italiano, Jacopo Carucci, conosciuto come Pontormo (1494-1557), dalla frazione di Empoli in cui nacque.
La mostra propone per la prima volta l’intero fondo intitolato all’artista, custodito presso l’Istituto centrale per la grafica. È una raccolta molto interessante, la seconda per importanza dopo quella degli Uffizi. Il Taccuino dell’artista (1516 – ante 1518) è costituito da 24 fogli…
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PONTORMO’S DRAWINGS, POINT AND COUNTERPOINT
A recent exhibition of Pontormo’s drawings in Rome was the pretext for the rediscovery of the festive atmosphere of the Medici’s return to Florence in the first half of the 16th century. On an artistic level, these years correspond to the beginnings of Mannerism. This article intends to explain this current as an attempt to spiritualize matter through drawing, in a conscious search for the primitive.