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Un segno di tendenza
Ha fatto molto discutere la proposta delle linee guida della Commissione europea, rese note il 29 novembre scorso, di abolire una serie di termini per consentire una «corretta comunicazione». Tra questi, l’augurio di «buon Natale», espressione da sostituire con «buone feste».
È il segno di una più generale tendenza a cancellare dall’intero continente quanto non appaia in linea con ciò che si ritiene essere il sentire comune: pensiamo ai tentativi di riscrivere la storia, correggere copioni di film, romanzi, perché considerati politicamente scorretti. Ma, a differenza dei monumenti abbattuti, o delle censure di circostanza, è significativo che il documento, anche se prontamente ritirato, giunga da un organo di governo istituzionale: si tratta di un’iniziativa volta a imprimere un preciso indirizzo comportamentale.
Una decisione che suscita non pochi interrogativi. Chi può, ad esempio, stabilire a tavolino quali caratteristiche debba avere una cultura in linea con la «corretta comunicazione»? E quali caratteristiche dovrebbe avere in una società che si presenta sempre più stratificata e complessa? Cancellare le differenze e le tradizioni storiche che hanno contribuito a formare l’identità di una nazione, di un continente, porterebbe alla dittatura del «pensiero unico», che è poi il pensiero della moda del momento.
L’identità dell’Europa è il frutto di un lento e variegato intreccio di tradizioni differenti: greco-romana, ebraico-cristiana, illuminista, romantica. Esse sono state, come nota Paul Ricœur, anzitutto spazi di accoglienza, di integrazione e di stabilità. Tale diversità, riconosciuta e accettata, è l’autentica condizione per il dialogo, perché una cultura è strutturalmente aperta ad altre culture, il cui intreccio contribuisce di fatto alla sua formazione.
Un processo simile a quanto accade per la genesi di una lingua, che racchiude in sé la presenza di altre lingue che ne hanno segnato il percorso: l’italiano ha termini che provengono dal latino, greco, arabo, inglese e francese. Ogni lingua inoltre…
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EUROPE AND CHRISTIAN VALUES. An incompatible duo?
The proposal in the European Commission’s guidelines to abolish a series of terms in order to facilitate “correct communication” has caused much discussion. Among these, the wishing of someone a “Merry Christmas,” is to be replaced with the expression “Happy Holidays.” Even though it was later withdrawn, the document is a sign of a trend that would like to erase Christianity from the European imagination. This article demonstrates the multiple presences of the Christian tradition on the Old Continent, which are of benefit to all and that can help to address the serious problems that afflict today’s societies. The erasing of historical memory does not allow for better communication; instead, it leads to a serious cultural impoverishment and a crisis of both personal and collective identity.