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Questo libro – che il formato da viaggio rende perfettamente trasportabile e facile da consultare – è eccezionalmente ricco di informazioni storiche – arricchite da belle illustrazioni – relative alle ancora esistenti chiese e cappelle costruite dai cristiani di tradizione siriaca nell’estremo e tormentato corno a sud-est della Turchia e di Tur ‘Abdin. E non si tratta solo di presentare l’edificio e le sue caratteristiche storiche, architettoniche e artistiche, ma il lettore trova per ciascuna chiesa tutte quelle informazioni necessarie per poterla visitare (nome del chierico in carica, telefono, e-mail, eventuale sito web). Gli autori sono noti: il gesuita Paolo Bizzeti è vescovo e vicario apostolico in Anatolia; Sabino Chialà è l’attuale priore del monastero di Bose ed esperto siriacista.
Dopo qualche pagina di introduzione, scritta da S.E. Timotheos Samuel Aktaṣ, metropolita siro ortodosso di Tur ‘Abdin, e dall’arcivescovo Martin Kmetec, presidente della Conferenza episcopale turca, gli AA. conducono il lettore-viaggiatore nel mondo siriaco, in quel grande e antico polmone della cristianità orientale, offrendo una ricca e precisa presentazione della storia, geografia e spiritualità delle Chiese di tradizione siriaca. Molto opportunamente questa sezione storico-teologica introduttiva è arricchita da un’intelligente selezione di testi teologici e spirituali scritti fra il IV e il VII-VIII secolo: testi che non solo mostrano la ricchezza teologica dell’animo siro, ma che sono accompagnati anche da brani di poesia, intesa a elevare più delicatamente la mente verso Dio, «amante degli uomini».
La sezione centrale, quella prettamente descrittiva, introduce gli edifici, seguendo soprattutto un criterio geografico. Vengono presi in considerazione così gli edifici ecclesiastici ancora esistenti e visitabili (menzionando anche gli edifici in rovina) e si offre anche un quadro completo dell’impegno costruttivo sostenuto dalla Chiesa nelle aree di Mardin, Midyat, Nusaybin (Nisibis), Idýl, Þirmak-Silopi. A ciascun edificio viene dedicata un’esauriente scheda storica e illustrativa delle tante caratteristiche architettoniche e artistiche. Va da sé che il lettore resta stupefatto della ricchezza architettonica e decorativa di questo territorio, facilmente esperibile dalle tante foto che arricchiscono la scheda.
Questa geografia ecclesiastica costituisce non solo un importante nucleo architettonico, ma un orizzonte esteso di attività intellettuale e teologica di questa Chiesa orientale. Da chiese ormai private del loro carattere sacro – il più delle volte trasformate in alberghi – a quelle piccole mantenute dalle piccole comunità di fedeli, lo sguardo si estende su quanto ancora resta dell’antico patrimonio architettonico. Vi sono chiese – autentici gioielli – che hanno resistito in modo egregio a tutte le angherie a cui sono state sottoposte le esigue e sparute comunità cristiane del posto: si veda il caso architettonico di Hah (p. 103), la chiesa della Madre di Dio, con la caratteristica abside dai molti troni; o il monastero di Mor Gabriel (p. 99), ancora funzionante, che conserva lo stupendo mosaico parietale di fine V-inizi VI secolo (unico esempio sopravvissuto e databile al tempo dell’imperatore Anastasio) sulla volta absidale del santuario.
Il viaggiatore che si reca a Nisibis per visitare quell’unicum architettonico che è la chiesa di Mor Yakup può approfittare per andare a vedere anche lo scavo della grande basilica paleocristiana costruita molto probabilmente sotto Licinio (di cui tratta l’articolo di E. Keser-Kayaalp – N. Erdoğan, «The Cathedral Complex at Nisibis», in Anatolian Studies 63 [2013] 137-154).
Questo libro, frutto di amore verso quella terra e quella Chiesa da parte dei due AA., resta certamente un prezioso aiuto al viaggiatore per gustare e comprendere non solo il mondo teologico e architettonico dell’antica Chiesa siriaca in quel cono orientale della Turchia, ma anche per percepire la sofferente e viva testimonianza cristiana di una Chiesa perseguitata in questo ultimo secolo della nostra storia.