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Il volume è parte della collana Passaggi, ideata per raccogliere contributi su temi di attualità, meditati alla luce del non-quotidiano. Società: per azioni è una proposta di metodo e di impegno rivolta alla considerazione di un esercizio della politica che abbia cura di tutti e di tutto.
Rilevata l’attuale interdipendenza del grido del Pianeta e la straziante condizione dei poveri, l’autore afferma che non si tratta di riformare la politica, di assecondare alternativamente parti di un tessuto sociale, di rendere conto dei nazionalismi, di dare la precedenza a questo o a quel blocco di potenze, ma che è necessario prendere coscienza del prolungato debito di ascolto perpetrato nei confronti dell’intera umanità: «La democrazia è un atto planetario» (p. 96).
Ogni individuo è una «persona». I popoli non sono masse, ma una comunità interplanetaria. Ogni cosa è in sé una ricchezza partecipativa e non un bene da investire. È urgente agire non nel «segno del comando», ma nel «segno della verità» (p. 121). Al contrario delle politiche che impongono le leggi del profitto, la verità offre domande inerenti alla via da perseguire e agli strumenti da utilizzare per conseguire un’equa ripartizione dei beni per tutti. Essa non esige una riconversione, ma una conversione antropologica ed ecologica, perché in ogni persona e in ogni cosa si nasconde una ricchezza irripetibile del creato.
La ritrascrizione letteraria da «Società per azioni» in «Società: per azioni» non è un qualcosa di poco conto. Al contrario, i due punti stanno a indicare che ciò che segue è la conseguenza di quanto espresso precedentemente. Essi hanno una funzione dimostrativa. Sala, infatti, ai motivi che giustificano una società globale, basata sul «paradosso di Jevons: più ricchezza si crea, più si alimenta la povertà» (p. 37), contrappone l’urgenza del «passaggio a una società che considera primaria l’infinità delle risorse umane» (p. 77).
L’esposizione è intervallata da domande guida. I capitoli sei e sette sono intitolati in modo significativo: «Socialismo?» e «Non siamo più nella cristianità?». Ma il vero senso degli interrogativi è presente in alcune pagine dell’ultimo capitolo, intitolato «La domanda al potere». Esso è come un invito a riconsiderare quanto proposto nei nove capitoli alla luce dell’insegnamento di colui «che si è caricato addosso il nome forse più impegnativo di tutta la cristianità» (p. 87), papa Francesco. A differenza di ogni altro potere, che ripropone se stesso come risposta unica e certa, Bergoglio è colui che chiede e concede partecipazione, dando voce a chi è condannato a stare alla base di quel triangolo al quale Sala si riferisce quando parla di «metafora delle Società per Azioni» (p. 65). Fino ad oggi «il triangolo politica-economia-società non è stato mai un triangolo equilatero, né un triangolo isoscele, ma un triangolo scaleno. Alla base, a sopportare tutto il peso della politica e dell’economia, vi è sempre stata la società» (p. 18), e di essa la parte, sempre più crescente, ritenuta «scarto dell’umanità».
L’autore individua il quadro di riferimento alla questione di tale cambiamento nella Laudato si’, enciclica ecologica e sociale, attenta a disegnare «il passaggio d’epoca, i caratteri di un tempo che porta il passato in un futuro abitabile e umano, da un punto di vista sia materiale sia spirituale» (p. 9).
Coinvolgente è anche la carica dell’apporto personale, in chiave simbolica, con il quale l’autore accompagna la narrazione: malattia personale-malattia d’epoca, figura paterna latente-necessità di una paternità globale, difficoltà nella navigazione oceanica-ricerca di un orientamento che salvi il futuro.
BEPPE SALA
Società: per azioni
Torino, Einaudi, 2020, 136, € 15,00.