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Nel suo romanzo L’idiota (1868), Dostoevskij scrive: «A Mosca viveva un vecchio, un “generale”, cioè un consigliere di Stato effettivo, che aveva un nome tedesco; aveva passato tutta la sua vita ad andare in giro per penitenziari e criminali; ogni gruppo di condannati che stava per andare a scontare la pena in Siberia sapeva anticipatamente che al carcere di transito delle Colline dei Passeri sarebbe passato in visita il “buon vecchio generale”. Costui svolgeva il suo compito con la massima serietà e devozione; arrivava, passava in rassegna le fila dei futuri deportati, che lo circondavano; si fermava davanti a ognuno di loro, domandava di cosa avesse bisogno; quasi mai e quasi a nessuno leggeva il regolamento, e chiamava tutti “caro”. Donava denaro, inviava gli oggetti necessari: pezze e fasciature per i piedi, pezzi di stoffa; a volte portava libri di edificazione spirituale, distribuendoli a chiunque sapesse leggere, del tutto convinto che li avrebbero letti durante il viaggio e che chi ne era capace li avrebbe letti agli analfabeti. Raramente chiedeva dei loro reati, sebbene ascoltasse con attenzione, se era il condannato che cominciava a parlarne. Per lui tutti i condannati erano alla pari; non faceva differenze. Parlava con loro come fossero fratelli, ma loro per primi, alla fine, lo consideravano un padre. Se notava che tra i condannati c’era una donna con un bambino in braccio, si avvicinava, accarezzava il bambino, faceva schioccare le dita per farlo ridere.
Così aveva fatto per molti anni, fino alla sua morte; era arrivato al punto che tutti in Russia e in Siberia lo conoscevano, ovvero tutti i criminali. Mi ha raccontato un ex deportato che aveva personalmente verificato come i più inveterati criminali si ricordassero del generale, seppure questi, quando faceva visita ai gruppi in transito, potesse raramente distribuire più di venti copechi a testa. In verità, non lo ricordavano con fervore o con particolare solennità. Ma…
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THE HOLY DOCTOR OF MOSCOW. Fyodor Dostoevsky and the Old General
Dostoevsky, whose bicentenary we are celebrating this year, sees the deepest abyss of evil not in the criminal as such, but in the cold heart. With the example of their mercy, many of his characters help the “unfortunate” to touch their own souls, while enriching themselves. Such is the case with the “general” in the novel The Idiot. In this protagonist, one recognises the historical person of the German doctor Joseph Haass, who is still venerated in Russia.