SCANDALES DANS L’ÉGLISE
Des théologiens s’engagent
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La crisi degli abusi sessuali nella Chiesa si prolunga ormai da alcuni decenni. In vari Paesi e nella Chiesa universale molte lezioni sono state già tratte da questo terribile dramma: necessità di partire dall’ascolto delle vittime, superamento della «cultura del silenzio», formulazione e attuazione rigorosa di procedure e norme per contrastare e punire i crimini, selezione e formazione dei candidati al sacerdozio, impegno dell’intera comunità nella prevenzione, cura per le ferite delle vittime e trattamento adeguato degli abusatori… Per motivi di urgenza l’attenzione si è prevalentemente concentrata sulle dimensioni pastorali e giuridiche del problema, ricorrendo anche sempre più largamente alla competenza degli psicologi, degli psicoterapeuti e degli psichiatri. Ma con il tempo la riflessione si è dovuta allargare ancora.
Papa Francesco vi ha contribuito con decisione, parlando sempre più frequentemente non solo di «abusi sessuali», ma di «abusi sessuali, di coscienza e di potere», e indicando senza tregua nel «clericalismo» una delle fonti principali di questi mali. È diventato così prevalente l’approccio «sistemico», che cerca di individuare nell’insieme delle relazioni all’interno della Chiesa le cause per cui questa piaga vi si manifesta con virulenza inaspettata, distruggendo specificamente la stessa fede delle vittime e mettendo in una grave crisi anche la fede della comunità ecclesiale e la sua fiducia nei pastori. Perciò la riflessione non può non coinvolgere anche le discipline teologiche: come affrontare il fatto che la fede nella Chiesa e anche in Gesù Cristo e in Dio venga così sconvolta?
Per avviare un dialogo in questo campo la Conferenza episcopale francese ha costituito da un paio d’anni un piccolo gruppo di lavoro di sei persone: un ecclesiologo, un liturgista, una teologa morale, una psicologa clinica, un teologo della spiritualità, un ex direttore di seminario. Il libro che presentiamo è il risultato dei loro incontri.
In queste pagine si trovano delle «messe in guardia» molto importanti. Ad esempio, a proposito di una visione troppo «soprannaturalistica» o «spiritualistica» della fede, che porta a una sottovalutazione o a un rifiuto dell’importanza della psicologia per contrastare la perversità dell’abuso. Naturalmente in questo campo è fondamentale una visione corretta dell’autorità nella Chiesa e del ministero sacerdotale per contrastare le varie forme di «clericalismo» che inclinano al potere piuttosto che al servizio, e quindi all’abuso.
Uno dei contributi mette bene in luce questa problematica, studiando la riforma della liturgia di ordinazione sacerdotale compiuta dal Vaticano II: i simboli della liturgia sono un modo potente per far assimilare al popolo cristiano la giusta comprensione del rapporto fra il sacerdozio battesimale comune e quello ministeriale, che dev’essere al suo servizio.
Molto significativo è anche il contributo della teologa Catherine Fino, che parla dell’evoluzione della visione della responsabilità morale nel campo della cultura attuale delle relazioni sessuali: il passaggio dalla diffidenza nei confronti della vittima a quella nei confronti dell’istituzione ecclesiale; dall’insistenza sull’impudicizia della donna a quella sullo sguardo impudico dell’uomo; dall’insistenza sulla gravità della materia dell’atto compiuto a quella sulla dignità della persona offesa, e così via.
La Fino rileva che la teologia morale deve mettere maggiormente in luce l’importanza del consenso e del rispetto mutuo nelle relazioni sessuali e riconoscere l’importanza delle dimensioni dell’affettività e del desiderio. Quanto alla formazione, bisogna saper accompagnare con un «ascolto benevolo della vulnerabilità»; inoltre, nella cura pastorale bisogna saper vedere e attuare criteri giusti per l’esercizio dell’autorità e del potere.
Riflessioni preziose si trovano anche nel contributo sul discernimento delle vocazioni sacerdotali e sulla formazione iniziale e permanente dei preti. Si propone per i sacerdoti una vera «cultura delle relazioni pastorali», non soltanto paterne, ma anche fraterne e filiali (ad esempio, con il vescovo). Si mira a mettere in cammino una «riflessione sull’identità del prete a partire dalla comunità e dal servizio che i ministri ordinati le devono rendere».
In definitiva, la teologia, nelle sue diverse discipline, è sfidata dalla crisi degli abusi a una riflessione impegnativa, in certi aspetti dolorosa e radicale (come sulla figura del sacerdote e sulla natura e sull’immagine della Chiesa). Questa crisi è una vera occasione per andare a fondo nella riforma della Chiesa. Ciò si riflette anche nella teologia. Questo libro è un piccolo contributo nella direzione giusta.
CATHERINE FINO – GILLES BERCEVILLE – GILLES DROUIN – LUC FORESTIER – ÉRIC VINÇON
Scandales dans l’Église. Des théologiens s’engagent
Paris, Cerf, 2020, 158, € 15,00.