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Il contesto dell’articolo. Dalla fine dello scorso dicembre il Covid-19 mette a rischio le nostre vite e ha già causato più di 250.000 morti. Al tempo stesso paralizza e minaccia la sopravvivenza di una buona parte del nostro sistema produttivo, scatenando una gravissima crisi economica, la cui profondità verrà determinata dalla durata della pandemia che ci ha colpiti. In sei settimane, solo negli Stati Uniti i disoccupati sono aumentati di 30 milioni.
Perché l’articolo è importante?
La prima questione posta e analizzata dall’articolo è che, ferma restando la priorità non negoziabile della vita umana, stiamo affrontando una contrazione economica di dimensioni e velocità senza precedenti in tempo di pace, e nuova anche nella genesi: non nasce da un collasso del sistema finanziario o da una sovrapproduzione non assorbita dai mercati, ma da un fenomeno naturale e imprevedibile.
La seconda questione è che comunque i mercati finanziari reagiscono. Nelle scorse settimane si è stati molto vicini a un tracollo. Per fortuna, in modi e tempi diversi, le grandi Banche centrali – Fed, Bce e Banca d’Inghilterra – hanno garantito la liquidità necessaria e i governi nazionali hanno assunto il loro ruolo nello stimolare e guidare la ripresa economica. Ma, in specie nel caso dell’Italia e Spagna, sarà sufficiente nel medio-lungo periodo?
La terza questione spiegata dal saggio è perché su questa partita si giochi il futuro del Pianeta e, nello specifico, il sogno europeo. Non c’è dubbio che la risposta debba essere solidale – sia a livello dell’Ue sia con i Paesi meno sviluppati – e che questa brusca crisi richieda un ripensamento dell’attuale globalizzazione.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Quanta parte dell’economia mondiale precedente alla pandemia sopravvivrà al letargo forzato del lockdown?
- Cosa sta facendo, e cosa potrebbe e dovrebbe fare in particolare l’Unione europea di fronte agli effetti di questa crisi? Che partita politica si sta giocando su queste scelte?
- Ci sarà un collasso dei Paesi in via di sviluppo?
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THE GLOBAL ECONOMIC CRISIS
The entire planet is fighting a devastating pandemic which has already caused more than 250,000 deaths. To be defeated, Covid-19 requires confinement, and this causes the paralysis of the GDP’s of national economies. In six weeks, the number of unemployed in the United States alone has risen to 30 million. We are facing an economic contraction of unprecedented size and speed in peacetime. Central Banks have provided the necessary liquidity and national governments have assumed their role in stimulating and driving economic recovery. Will this be enough? There is no doubt that the answer has to be solidarity – both at the European Union level and with the least developed Countries – and that this abrupt crisis requires a rethink of current globalisation.